Recensione: Luce Oltre il Confine

Di Daniele Balestrieri - 14 Gennaio 2007 - 0:00
Luce Oltre il Confine
Band: Umbra Noctis
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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71

“Passeggio pensieroso all’ombra di un sogno quasi dimenticato, cerco di analizzare ogni passo in questo mondo privo di sentimento umano.
Respiro intensamente l’aria di un cupo pianeta, osservo le foglie cadere in un autunno che pare perdersi nell’eterno.
Nel buio cerco ora uno spiraglio di luce, nel decadere della mia terra continuo imperterrito a cercare il mio scopo.”

Gli Umbra Noctis sono una giovane band nata alla fine del 2004 in quel di Brescia, e la loro motivazione è stata tale che non ci è voluto molto prima della pubblicazione del primo demo, questo “Luce oltre il Confine”, che nonostante contenga cinque pezzi, è stato prodotto con ogni riguardo: dalla confezione al libretto plastificato, dalla copertina indecifrabile ai testi interamente in italiano, la band ha deciso di scommettere molto sulla diffusione di questo lavoro che pur essendo classificabile nell’ambito del black metal, è contaminato da diverse caratteristiche peculiari.

Tanto per iniziare, il colore dominante tra libretto, CD e copertina, è il bianco assoluto. Questo per un CD black è decisamente inusuale, e mi ha ricordato un’altra band italiana, i Laetitia in Holocaust, che ha prodotto un demo più o meno nello stesso periodo e che spicca, nel mucchio delle produzioni italiane del 2006, per il candore della veste grafica.
Pur presentando una line-up completa, altra caratteristica sempre più rara specie in ambito black metal, in realtà la mente del gruppo è Tiziano Valente, il chitarrista, il quale crea le linee melodiche di tutte le canzoni con l’aiuto di Filippo Magri per la stesura dei sofferenti testi.
Sofferenti, già, perché è proprio la sofferenza, sia musicale che intellettuale, alla base di questo “Luce oltre il Confine”. Le cinque tracce presenti nel demo rappresentano un concept unico che esprime l’angoscia di un individuo che, trovatosi immerso in una vita di banalità, inizia a cercare il vero significato della vita approdando a numerosi stadi di autocoscienza graduale.

In realtà parlare solo di black è abbastanza riduttivo. Anche se le chitarre hanno un suono distintamente black metal e le percussioni martellano assassine, in ogni dove affiorano influenze death, probabilmente aiutate dal cantato che di tanto in tanto diventa un growl ben congegnato. Spesso inoltre compaiono brevi rallentamenti che oscillano tra l’heavy e il folk, anche se non compaiono né strumenti tipici né ritmiche tali da associare questi intermezzi ai singhiozzi puramente folkloristici di band come Astimi o Aisling.
Il cantato, in buono screaming, non ricalca la violenza tipica del black metal estremo al quale sembra ispirato, ma al contrario è piuttosto sostenuto ed è quasi comprensibile, una vera rarità considerando anche l’idioma utilizzato, l’italiano.

Personalmente sono felice di vedere un’inversione di tendenza che negli ultimi tempi ha favorito la lingua nazionale rispetto all’inglese o ad altre lingue più o meno fruibili.
Il lavoro scorre con interesse fino alla fine, e si appoggia ad alcune scelte di classe come il cantato doppio scream-growl, parti recitate in voce pulita (alcune decisamente melodrammatiche) e alcuni stacchi strumentali di buona atmosfera. Certo, dai suoni scelti fino ai riff utilizzati, questo Luce oltre il Confine non brilla esattamente di originalità, nemmeno al suo interno: la coerenza tra i pezzi è persino eccessiva, e finisce con l’essere un po’ impastata, a lungo andare.
Certo il black non è più terra di conquista, ma i nostri Umbra Noctis sembra cerchino di andare oltre. Questo demo ha posto delle fondamenta certamente solide, ora è tutta questione di inventiva e di quella scintilla che li porti laggiù, oltre il confine.

TRACKLIST:

1-Terra di Decadenza
2-Risveglio
3-Spettri sul Fiume
4-Verso l’Alba di Nuova Vita
5-Trascendenza

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