Recensione: Lyraka, Volume 1
Andy DiGelsomina è l’inedito deus ex machina di questa produzione che è arrivata alla nostra redazione in punta di piedi (leggi: promozione molto poco “importante”) e per giunta con un titolo tutt’altro che evocativo: si tratta infatti del cognome della sua compagna Jasmine, che sotto lo stesso monicker ha ideato anche un videogioco e un film di animazione in 3D.
L’artwork, questo sì evocativo, è stato realizzato da Ken Kelly (Rainbow, Manowar).
In realtà quello che abbiamo sotto mano è il primo CD di un set che si andrà a completare successivamente e secondo tradizione, perché, almeno a giudicare dagli intenti dichiarati dal composer americano e dalla sua dolce metà
“Lyraka è l’evento Heavy Metal del secolo. Mai prima d’ora c’era stato un approccio Wagneriano applicato all’heavy metal chitarristico”,
frase che suggerisce il collegamento con le “release” ottocentesche della tetralogia “L’anello del Nibelungo”.
Fermi restando i buoni propositi, Lyraka ha veramente poco a che fare con Wagner e la sua musica: è probabilmente vero che non esista nessuna opera metal di stampo wagneriano, nonostante le innumerevoli dichiarazioni di ammirazione e di ispirazione (Manowar, Rammstein fra i più eccellenti), ma non ci è sembrato di ritrovare stilemi ed espedienti caratterizzanti l’opera del grande compositore tedesco.
La librettista e sceneggiatrice Jasmine Lyraka ha infatti tratto ispirazione dall’immaginifico wagneriano solo per quel che riguarda il significato allegorico della storia che andremo a sintetizzare per dovere di cronaca, ma se dovessimo considerare “wagneriana” ogni composizione metal che riuscisse a rappresentare un concept con determinati artifici musicali, la lista sarebbe davvero lunga.
Da una nota così ambiziosa, inoltre, sarebbe stato lecito aspettarsi un prodotto magniloquente sotto ogni punto di vista: eravamo ansiosi di ascoltare straripamenti di note, voci e strumenti, che sì, avrebbero reso wagneriana la musica di DiGelsomina; una massiccia dose di contrappunti, un ricco cromatismo, orchestrazioni pomp, e soprattutto dei chorus anthemici in continui crescendo strappaconsensi. Tutti elementi che, non senza una vena polemica, potremmo ritrovare in album di ben altra caratura (chi ha detto Blind Guardian?) e soprattutto legittimata presunzione.
Niente di tutto ciò. Questa prima parte del progetto Lyraka si fa apprezzare per essere un buon disco Hard Rock, pregiato per la partecipazione di nomi illustri, come Graham Bonnet (Rainbow, M.S.G.), Tommy Heart (Fair Warning, Soul Doctor) e Veronica Freeman (Benedictum), che danno le voci ai protagonisti del racconto allegorico delle vicende di Neires, un metalhead che si imbatte in una chitarra elettrica incantata e si mette in cammino alla ricerca della sirena nei suoi sogni.
Con queste premesse ammettiamo che ogni curiosità di leggere le liriche di Lyraka possa scemare irrimediabilmente, e a risollevare le sorti dell’album non ci si può che affidare alla prova dei tre cantanti, che tuttavia, per salvare il salvabile, non fanno più del “compitino”, rendendo il prodotto del tutto assimilabile ai suoi “veri” ispiratori: Rainbow, Deep Purple, M.S.G., con DiGelsomina a rincorrere i maestri Blackmore e Schenker anche sui soli (vedi “Palace Guard”). Il neoclassico à la Malmsteen emerge sui soli di “Beyond The Palace”, mischiandosi con le tinte AOR di Neires.
Davvero poco, solo sei tracce per meno di quaranta minuti di musica. Pour parler, senza pretendere paragone alcuno, gli stessi numeri che trentacinque anni fa accompagnavano un certo Rising.
Peccato.
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Tracklist:
01. Coronation
02. Palace Guard
03. Scatherus
04. Errandia
05. Neires
06. Beyond the Palace