Recensione: Machine And Bone
Leggi il nome di George Lynch tra i partecipanti al progetto The Banishment, e in prima battuta ti aspetti qualcosa in linea con il sound dei Dokken oppure dei Lynch Mob, magari rivisto e corretto in chiave più contemporanea in stile The End Machine.
Nulla di più lontano dalla verità, invece, visto che in “Machine And Bone“ (è questo il titolo dell’album in uscita per Frontiers Music) il nostro guitar hero collabora con Joe Haze, produttore e manipolatore di aggeggi e diavolerie elettroniche, oltre che con il cantante Devix Szell, con il risultato di proporre un sound tra heavy, industrial ed elettronica; ben lontano, dunque, dai tipici stilemi dell’hard rock melodico.
Su questo percorso si collocano tracce dal sapore heavy/industrial, come Reaction trafitta da riff chitarristici scuri e ficcanti, Got What You Wanted e Terror (entrambe provviste di una maggiore componente elettronica), quest’ultima con ospite Tommy Victor dei venerabili Prong.
L’elettronica domina notevolmente nella title track Machine And Bone ed in Terra Nullius, tra voci allucinate ed oscurità industriale, ma anche in una Reunion che è, viceversa, un midtempo dai contorni quasi pop che, per certi versi, ricorda i Depeche Mode più orecchiabili.
Un effetto finale relativamente “easy” produce anche l’ascolto della pur industriale Max Pain (con Richard Patrick dei Filter), connotata da più aperture melodiche del resto del lotto e da assoli della sei-corde più limpidi, e nel ritornello dell’electro-rock di Right ( ancora con la presenza di Tommy Victor).
Non mancano brani in cui il nostro George Lynch fornisce propri contributi più in linea con la propria storia artistica, come qualche spunto hard e blues all’elettronica The Dread e, soprattutto, con la connotazione decisamente blues procurata a Lost Horizon.
In definitiva, in “Machine And Bone“ ci troviamo in territori ben diversi dall’hard rock e class metal cui Lynch si è dedicato nel corso della sua carriere. Avvisaglie di una sua recente propensione verso suoni più scuri e moderni erano presenti già in vari sui progetti, ma con The Banishment siamo in ambito certamente più estremo e con spunti che pervengono da gente come Depeche Mode, NIN, Marilyn Manson e Prong.
Un lavoro molto interessante e che è testimone di una mente (quella di Lynch) aperta e desiderosa di dedicarsi a esperienze artistiche per lui inconsuete.
Francesco Maraglino