Recensione: Made of Iron

Di Alessandro Calvi - 5 Gennaio 2005 - 0:00
Made of Iron
Band: Made of Iron
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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55

L’etichetta greca Sonic Age Records sembra a tutti i costi decisa a far vivere all’heavy di gusto più classico e profondamente radicato negli anni ’80 una seconda giovinezza. Da una parte ristampa album degli eighties ormai praticamente introvabili di gruppo divenuti a distanza di tempo di culto. Dall’altra si è data alla sistematica ricerca in Europa e nel resto del mondo di gruppi più o meno giovani le cui caratteristiche musicali fossero decisamente heavy da mettere sotto contratto.

Come sempre capita in questi casi simili operazioni possono riservare graditissime sorprese, è il caso per esempio dei ritrovati Overlorde autori di un disco fantastico, come pure si può incappare in qualcosa di decisamente sottotono. È quest’ultimo il caso dei tedeschi Made of Iron autori di un album di esordio che propone interamente reincisioni dei loro due demo.
Il gruppo è stato fondato nel 1999 da due ragazzi greci residenti in Germania e ha cominciato a muovere i primi passi come cover-band degli Iron Maiden per poi giungere in seguito all’incisione di due demo autoprodotti intitolati “Made of Iron” e “King of All Kings” che hanno ricevuto buoni apprezzamenti dalle testate europee e hanno attirato l’attenzione della Sonic Age Records.

Come si diceva la band ha iniziato come gruppo tributo agli Iron Maiden e bisogna ammettere che ciò si noterebbe subito anche senza sapere nulla della loro biografia. I riferimenti ai riff e all’uso delle chitarre della vergine di ferro sono più che evidenti fin dalla primissima “Fight for the Cross…” che potrebbe benissimo passare per una song un po’ sottotono del gruppo inglese.
Qualcosa di proprio i Made of Iron ce lo mettono anche, dato che comunque il sound alla Iron Maiden è filtrato attraverso l’ottica di un power tedesco piuttosto granitico con qualche accenno a band come Grave Digger e Running Wild, ma sinceramente è decisamente un po’ poco.
A questo dovremmo aggiungere per dovere di cronaca anche alcune altre osservazioni. Tanto per cominciare la voce secondo me non aggiunge niente di nuovo al panorama musicale mondiale, si tratta di una voce normale, un po’ aggressiva, non particolarmente pulita ne particolarmente sporca. Purtroppo però non rimane in testa ne in un senso nell’altro, risultando al contrario a tratti anche piuttosto noiosa e monocorde. In pratica fa piuttosto bene il proprio dovere, ma proprio niente di più.
Anche dal punto di vista della produzione qualche appunto è lecito farlo e riguarda principalmente quelle che a mio avviso sono state delle scelte volute. Sono d’accordo che una band che si ispira agli anni ’80 ricerchi in tutto e per tutto un sound legato a quel periodo storico, ma mi pare eccessivo che anche la produzione debba essere del tutto uguale a quella di vent’anni fa.

Ci troviamo quindi di fronte a un disco d’esordio che si lascia alla fine ascoltare, ma che non aggiunge proprio nulla a quanto si è già sentito. I quattro ragazzi che compongono i Made of Iron dimostrano buone doti compositive e una certa maturità nel song-writing e nell’arrangiamento dei brani, ma soffrono troppo di scelte musicali fin troppo abusate.

Tracklist:
01 Fight for the Cross… Die for Jerusalem
02 The Storm Just Began
03 Made of Iron
04 The Alchemist
05 Never Deny Your Fate
06 Peace in Flames
07 Time to Repent
08 Gates to Purgatory
09 King of All Kings

Alex “Engash-Krul” Calvi

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