Recensione: Magick Rites And Spells
I Psychedelic Witchcraft sono una giovane realtà fiorentina e“Magick Rites And Spells” è una compilation che raccoglie materiale giè edito dalla band. Nello specifico parliamo dell’EP “Black Magic Man”, una cover di Sam Gopal intitolata ‘The Dark Lord’, due brani (‘Set Me Free’ e ‘Wicked Dream’) di un singolo del 2015, un inedito (‘Come A Little Closer’) e, infine, una cover di ‘Godzilla’ dei Blue Öyster Cult.
Fatta questa premessa, il sound dei nostri rientra nel novero del doom rock dalle velleità occult, per intenderci figli di quelle attitudini care ai Black Widow , agli Jacula, o a Paul Chain, senza disdegnare i toni di Uriah Heep e Black Sabbath. Parliamo così di influenze remote, e certamente care ad un pubblico che cerca ad ogni costo un filo diretto con il passato, agli anni settanta. La voce femminile è una delle particolarità del project, non tanto per le sue tipiche peculiarità, ma per la solidità che trasmette. I suoni, decisamente vintage, si allineano perfettamente con le ambientazioni di un periodo in cui streghe ed occulto avevano ancora un sapore di genuinità e misticismo, dato anche dal rispetto che certe figure, anche della tradizione, incutevano. Un po’ come se i cattivi delle fiabe uscissero di soppiatto dalle cigolanti porte di un armadio della casa in cui i vostri nonni si riscaldavano d’inverno.
Un’uscita di questo tipo resta però appannaggio di chi va cercando, per questioni di mero collezionismo, tutti i pezzi di questa o quella realtà, prescindendo da ciò che concretamente viene proposto. Non ravvisiamo infatti alcuna particolare novità, e considerato anche la giovane storia della band, forse avremmo ritenuto opportuno più un full-lenght che una raccolta. Detto ciò, non discutiamo le qualità e la passione dei Psychedelic Witchcraft, la cui bravura è ineccepibile, e seppur legati con un filo che non pare volersi sciogliere da certe tradizioni, capaci di emozionare gli amanti di queste sonorità.
Stefano “Thiess” Santamaria