Recensione: Make It Dark
L’essere un nome di culto all’interno della scena heavy metal ha i suoi vantaggi ed i suoi svantaggi. Partendo dai primi, possiamo sicuramente enunciare un pubblico fedele che segue in maniera pedissequa ogni passo della propria band preferita, ma, passando al rovescio della medaglia, il numero di queste persone non è mai eccessivamente ampio. Ecco, i Twisted Tower Dire dalla Carolina del Nord potrebbero tranquillamente essere annoverati all’interno della cerchia di cui fanno parte le band di culto: una carriera che va avanti da più di 15 anni, diversi album incisi sotto etichetta indipendente ed una passione per lo US metal che rappresenta quasi una religione.
Per chi non conoscesse la band in questione, si tratta di un quintetto che nasce nel lontano 1995 negli Stati Uniti con il solo scopo di tributare il proprio amore a formazioni quali Armored Saint (esplicativo il disegno sul retro del disco), Jag Panzer e tutta la NWOBHM dei bei tempi andati. Nel corso della propria carriera, molti sono stati gli avvicendamenti in seno a questa formazione, uno su tutti quello che portò alla defezione di molti membri del gruppo in favore dei While Heaven Wept, progetto dal quale i Twisted Tower Dire nacquero.
Ma veniamo al presente: Make It Dark è il quinto disco della formazione americana e ci presenta una band, in effetti, un po’ sottotono. Costruzioni armoniche e strutture risultano essere ben congeniate e la performance del gruppo è solida quanto basta, ma qui manca una cosa fondamentale: il tiro. Quel “qualcosa” in più che con la sola teoria musicale non si può creare e che alcuni definirebbero con la parola cuore. La stanchezza compositiva è un fattore con cui molte band hanno avuto a che fare nel corso della propria carriera, anche se va detto che sarebbe ingiusto bocciare un album come quello attualmente in analisi, visto che di elementi positivi ne contiene comunque.
Come da titolo, Make It Dark è un disco che presenta un mood più oscuro rispetto ai suoi predecessori, evidente sin dalle iniziali Mystera e Snow Leopard, portanti il vessillo dello US metal propriamente detto, ma con carenza di mordente. Le cose sembrano risollevarsi con la canzone successiva, quella The Stone che, puntando su ritmiche più veloci, porta una ventata di freschezza al sound dei Nostri ed un vago ricordo degli Iron Maiden del periodo Powerslave, mentre la titletrack si presenta come il pezzo più riuscito di tutto l’album con un incedere veramente trascinante.
Introduzione sottoforma di cavalcata ed uno sviluppo che punta tutto sulla potenza rendono The Only Way un buon biglietto da visita, ma che mette in mostra un songwriting impostato troppo sul pilota automatico. Analogo il discorso per quanto riguarda Torture Torture, la quale punta su partiture di scuola power metal teutonica e, se non fosse per la voce di Jonny Aune, potrebbe tranquillamente essere scambiata per un pezzo degli Helloween.
Il tutto si chiude con la lunga Beyond The Gate, suite di 8 minuti abbondanti che conclude Make It Dark con un assaggio di forza bruta all’insegna di un heavy metal muscolare e tonico, ma che alla lunga può risultare ostico per via dell’eccessiva lunghezza del brano.
Insomma, arrivati alla fine di Make It Dark, resta un lavoro che dividerà i fan tra detrattori e sostenitori del quintetto americano, ma il suo contenuto si divide, a veder bene, in brani di assoluto valore (The Stone, Make It Dark) e pezzi che invece non riescono a mostrare lo splendore di cui sono capaci i Nostri (Mystera, Torture Torture). Come già detto, non si tratta affatto di una bocciatura, ma di un calo d’ispirazione tutto sommato perdonabile e fisiologico per un gruppo underground come quello in esame. Resta da vedere come reagiranno gli affezionati dei Twisted Tower Dire e se i membri della band stessa saranno in grado di tornare su buoni livelli in occasione delle prossime uscite. Una cosa è certa, in ogni caso, dal vivo non fanno prigionieri.
Andrea Rodella
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Tracklist
1 – Mystera
2 – Snow Leopard
3 – The Stone
4 – Make It Dark
5 – White Shadow
6 – The Only Way
7 – Torture Torture
8 – Beyond the Gate
Durata: 36:36 min.
Lineup
Jonny Aune – Vocals
Scott Waldrop – Guitar
Dave Boyd – Guitar
Jim Hunter – Bass
Marc Stauffer – Drums