Recensione: Malicidium
Malicidium: l’uccisione del male attraverso il male, teoria auspicata da Bernardo di Clairvaux, l’ultimo Dottore della Chiesa ma anche il più esplicito predicatore della guerra santa. A lui si deve la teoria del Malicidium, cioè dell’uccisione dell’infedele come atto benemerito.
Il nuovo album dei deathsters Distruzione si presenta con un artwork molto curato e ricercato (in copertina è raffigurato l’affresco “Il trionfo della morte” da Anonimo del XV sec. esposto alla Galleria Regionale di Palazzo Abatellis di Palermo); una nota particolare meritano come sempre i testi, ricercati e mai scontati, belli come poesie, e che spaziano dalle tremende storie di pestilenza, guerre, tirannia e folle decadenza.
Ad un primo ascolto dell’album si rimane storditi da tanta brutalità e violenza, supportate da una produzione forse un po’ troppo pulita e cristallina, ma che conferisce potenza al sound della band, lasciando sbalorditi dal muro di suono a cui si trovano sottoposte le nostre povere orecchie. Le tracks si susseguono senza sosta, e nonostante la musica dei Distruzione non sia particolarmente originale, i 5 ragazzi di Parma dimostrano di saperci fare, presentando un Francesco Colla, (in sostituzione dell’ex cantante David Roncai), con una voce più fredda e apatica rispetto al suo predecessore; Alberto e Massimiliano scolpiscono nella roccia riff duri e devastanti, lasciando da parte gli intermezzi con chitarre pulite proposti su Pianeta Dissolvenza, ma lanciandosi in lunghi, melodici e lancinanti assoli, come ad esempio nell’ultima
Draculea, che pur non essendo tecnica pazzesca, si fa notare per un gusto melodico particolare. Ettore e Dimitri, rispettivamente alla batteria ed al basso, sono precisi come sempre, e conferiscono compattezza ai pezzi (notevole la doppia cassa in
Niflungaheimur).
Il disco è impreziosito da una cover di Kashmir, un classico dei Led Zeppelin, e dalla traccia video Pianeta Dissolvenza tratta dal loro album precedente.
Per i fan della band è un must senza precedenti, e per tutti i deathsters nostrani che si rispettino e che non temano la coraggiosa scelta della band di cantare in italiano è un album consigliatissimo e che non deluderà. Per tutti gli altri meglio fuggire dalla nuova carneficina dei
Distruzione, Malicidium!
Tracklist:
Niflungaheimur
Lo Scultore
O.D.E.S.S.A.
Le Vergini Delle Rocce
Il Trionfo Della Fede
Il Terzo Cesare
1348
Kashmir (Cover Led Zeppelin)
Maleficia
Draculea
Bonus track video “Pianeta Dissolvenza”