Recensione: Malsanity
I Malet Grace sono una nuova realtà del panorama heavy metal di Latina, provincia che ha un prolifico sottobosco metallico, forse poco conosciuto ai più, ma davvero interessante.
Non fanno eccezione i Malet Grace, nati nel 2014 da un’idea del cantante chitarrista Giampaolo Polidoro.
Il nostro Polidoro non è un novizio del genere, qualcuno lo ricorderà come voce della allora promettente band techno-thrash Behind Chaos, tra la fine degli anni ’90 e il 2000.
La band è composta, oltre che dal già citato Polidoro, da Alessandro Toselli alle chitarre, Andrea Paglierini al basso ed infine Andrea Giovannetti alla batteria.
“Malsanity” è il loro album di debutto, in cui i nostri consolidano un lavoro sul proprio songwriting, durato 3 anni, estremamente complesso, così com’è complesso il tema trattato nelle lyrics: “Malsanity” è un concept album basato sulla disgregazione dell ‘io e la sua apertura agli schemi apocrifi dell’ intelletto umano, nonché la conseguente immoralità del dibattito contrastante tra il bene e il male.
Le tracce che compongono il platter sono molto elaborate, vi si possono scorgere molteplici influenze, a partire da una importante base di metal quasi teatrale, con la voce di Giampaolo decisamente impostata, atta a guidarci lungo le trame di composizioni ricche di intrecci, che rimandano ad un prog metal abbastanza cupo fino a spingersi verso territori techno-thrash, senza sfociare mai nella claustrofobia ed oppressività (non come i Nevermore, per capirci).
Ma i Malet Grace amano il metal in tutte le sue sfaccettature: quello più classico, quello teutonico, il thrash, il prog, a tratti anche il death/black.
Tutte queste influenze sono però trattate con una maturità tale che la proposta dei nostri alla fine risulta omogenea ed estremamente personale, mai derivativa: non vi è un passaggio che ha il sapore di qualcosa di già assaggiato; non vi è un calo di tensione, o compositivo, tra le undici tracce che compongono questo “Malsanity”. Riteniamo però che “Subconsciousness of Misery” e “The Pleasant Charm Of Memories”, con le loro variazioni di atmosfere e l’uso diversificato delle voci, siano un gradino sopra le altre.
Eccellente esordio, quindi, per i Malet Grace di Latina che, se sapranno sfruttare le possibilità che l’ambiente metal prospetterà loro, riusciranno a togliersi diverse soddisfazioni.
A corredo di questo ottimo lavoro è da sottolineare il notevole artwork, realizzato da Matteo Spirito, che centra perfettamente il mood dell’album.