Recensione: Man And Machine
Dopo l’ultimo ed esaltante live (Live From Russia) tornano gli U.D.O. del “colonnello” Udo Dirkschneider (storico
cantante degli ancor più storici Accept). Questo “Man And MAchine” non ha deluso nessuna delle mie aspettative, certo non sarà una
pietra miliare per gli U.D.O., ma sarà certamente un ottimo album che va ad arricchire la loro esaltante discografia.
Caratterizzato da moltissimi mid tempos Man And Machine si attesta su buoni livelli qualitativi anche se c’è un certo
“lassismo” nella stesura dei pezzi, che mirano più ad un impatto sonoro semplice ed immediato grazie a ritornelli ed a chorus impeccabili anzichè a
riff variegati e granitici, mancanza che penalizza abbastanza questo lavoro, rendendolo a tratti poco longevo.
Il disco parte con la title track,
dove si respirano le atmosfere caratteristiche dell’album, i riff non “graffiano” come ci si aspettarebbe dalla band
tedesca, tuttavia il brano si attesta su livelli medio alti, grazie anche ad un orecchiabile e gradevolissimo refrain, non
il migliore del lavoro comunque. Una grandissima nota positiva, che aggiunge merito al pezzo ed ai successivi, è la
voce del nostro Dirkschneider, come sempre affascinante ed energica, nessuna caduta di stile per uno dei
vocalist d’oro dell’Heavy Metal. Tornando all’album, la successiva Private Eye spezza il blando ritmo della
title track irrompendo nei nostri timpani con un carico di velocità ed energia, il pezzo è reso mitico dai suoi belli quanto ruffiani refrain! E se la seguente Animal Instinct è un brano intento addirittura a ripercorrere classici sound Accept grazie ai suoi riff monolitici e potenti, la successiva Dawn of the Gods si attesta su ritmi blandi scanditi da ottimi refrain ma che possono giungere troppo presto a noia. La media del disco tuttavia torna verso l’alto con stupenda ballad Dancing with an Angel che vede come guest star nientemeno che la
connazionale Doro Pesh. La voce di Doro è come sempre splendida e cristallina in
contrasto con la graffiante e ruvida voce del grande Udo, un contrasto che risulta commovente e vincente. Con Silent Cry torniamo su ritmi più sostenuti scanditi dai due axeman Ginola/Kauffman che riescono a creare un muro sonoro potente con vari ritorni al Priest sound più catchy e melodico. Il disco continua con Network
Nightmare dal mitico andamento e Hard to be Honest altra song che, insieme ad Animal Instinct, riporta alle memorie sound di matrice “Accept”. Il chorus qua è
irrompente e trasmette una rara sensazione di potenza che nei live avrà sicuramente una gran parte, il ritornello è tra
i più riusciti del lotto, molto orecchiabile ed immediato, di sicura presa.
Like A Lion è un altro pezzo forte
del lavoro, caratterizzata da una voce davvero aggressiva di Udo e da un refrain davvero possente ed ultra cathcy accompagnato da
un melodico, triste ma sempre potente chorus che conferisce una certa profondità al pezzo.
Il disco si conclude
con la discreta Black Heart e con l’ultrametallica Unknow Traveller.
Tirando le somme questo “Man And Machine” non sarà un’altra pietra miliare. I riff, e per la produzione e
soprattutto per la composizione, mancano di quella feroce aggressività tipica dei capolavori della band, i mid tempos
la fanno da padrone insieme ad elaborati e travolgenti ritornelli. Tuttavia di episodi davvero felici (mitica “Like a Lion”) questo album ne è ricco, anche se molti componimenti possono essere poco longevi rimane, questo platter, un piccolo capolavoro firmato Udo.
Vincenzo Ferrara
Tracklist:
01 Man And Machine
02 Private Eye
03 Animal Istinct
04 The Dawn of the Gods
05 Dancing with an Angel
06 Silent Cry
07 Network Nightmare
08 Hard to be Honest
09 Like a Lion
10 Black heart
11 Unknow Traveller