Recensione: Man With A Mission
Dopo il buon ‘Glory to my King’ esce ‘Man with a Mission’ il secondo album degli svedesi Golden Resurrection.
Anche questo lavoro presenta le tematiche cristiane, vero leitmotiv di questa band e di molti altri progetti che vedono Christian Liljegren dietro al microfono. I testi, quindi, inneggiano alla Bibbia, a Cristo come risposta a tutti i quesiti, all’uomo che si deve fare portavoce di una religiosità cantata a squarciagola.
I Golden Resurrection citano tra le loro influenze band come gli Stratovarius, i Queen e gli Abba. Diciamo che gli Stratovarius stanno ai Golden Resurrection come il Sole alla Terra, senza l’uno non esisterebbe l’altro. Gli ammiccamenti agli Strato sono presenti e diffusi in tutto il disco arrivando quasi alla ridondanza.
Il CD apre con l’intro ‘The light overture’ in perfetto stile neoclassico dalle orchestrazioni epiche e possenti. Decisamente azzeccato il riff di chitarra sopra l’orchestra.
Si prosegue con la title track ‘Man with a Mission’. Tutto il brano è caratterizzato da repentini cambi di tempo, iniziando con un veloce assolo di tastiera, per poi cambiare continuamente. Qui, la voce cristallina di Christian è in primo piano. Liljegren è un cantante vocalmente dotato, dalla voce pulita e il cadenzato tipico delle voci svedesi alla Joey Tempest. La voce è limpida, ma potente e grintosa allo stesso tempo. Qui Christian risulta emotivamente preso dai testi, in un connubio tra una limpidezza paradisiaca e il ruggito possente del rock. L’assolo di tastiera nel brano richiama gli Stratovarius e ben si combina con il semplice e nitido solo di chitarra. Sebbene Liljegren sia il cantante principale, ogni tanto Tommy, chitarrista, lo aiuta dietro il microfono con dei cameo vocalici di ampio respiro. Verso la fine Christian eleva degli acuti mistici sopra un sottofondo di doppia cassa; personalmente, avrei preferito che questi splendidi acuti fossero tenuti un po’ più alti in fase di mixaggio ma l’insieme non va ad inficiare la resa finale.
Segue ‘Identity in Christ’. Qui viene messo in pratica ciò che dicevo prima riguardo agli Stratovarius: il pezzo è gradevole, ma preso in prestito se vogliamo dai finnici dei tempi di ‘Vision’. La tecnica vocale di Liljegren ora cambia completamente: dall’eterea timbrica a quella decisamente più sporca, usando come cassa di risonanza la gola. Personalmente, gradisco meno questo timbro sulle corde di Christian perché ne va a sporcare il candore vocale e risulta quasi forzato. Il ritmo viene dettato più dalla cassa della batteria che dalle chitarre che a volte risentono un po’ di questa produzione. Vero è, d’altro canto, che con una voce come quella di Liljegren è difficile tenere più alto il volume delle chitarre che altrimenti andrebbero a coprirla completamente. Bellissima accelerata finale con assolo di chitarra annesso. Il pezzo si conclude con una serie di acuti alla Kotipelto.
‘Golden Times’ è un pezzo dalle sonorità decisamente più hard rock. I cori sono onnipresenti e il loro stile ricorda molto i cori dei Queen, altra palese influenza dei nostri. Da notare i piccoli camei nei testi “the final countdown” e “the show must go on”.
Con ‘Finally free’ ritorna il tributo agli Stratovarius, con un inizio di keys. Anche qui vi è un duetto vocale tra Christian e Tommy. Gli acuti sono potenti, le cavalcante possenti, con cambi di ritmo in tutto il pezzo. ‘Generation of the Brave’ inizia con una ballad che intorno al minuto 1:00 si trasforma in un pezzo decisamente più veloce con basso, chitarra e batteria. I testi inneggiano ai bambini, a non mollare mai in qualsiasi circostanza. Il finale è d’effetto con una bella accelerata.
‘Standing on the Rock’ passa inosservato in questo disco, mentre più d’impatto è il successivo instrumental break ‘Metal Opus’, un gioco a rincorsa tra chitarra e clavicembalo di richiamo barocco.
Un altro coro in stile Queen per ‘Are you ready for the Power’. Da notare qui i virtuosismi di chitarra e una tecnica vocale diversa da tutte le altre utilizzate in questo album, un inizio semi-soffuso che poi si trasforma in un cantato più sporco. E’ una di quelle song da cantare a squarciagola durante i live shows.
Inosservato passa l’ultimo pezzo ‘Flaming Youth’.
A livello di produzione l’album è ben equilibrato; la voce può risultare troppo alta, ma bisogna dire che, laddove questo potrebbe essere un problema per altri cantanti, non succede con Liljegren che difficilmente sbaglia una nota. Ho avuto il piacere di ascoltarlo dal vivo e devo dire che possiede delle doti canore eccezionali, doti che paradossalmente escono meglio dal vivo che in studio. Come dicevo prima, chitarre e basso avrebbero bisogno di più corpo e volume, ma molte volte, è impresa difficile se si vuole valorizzare la voce.
A livello di songwriting, bisogna segnalare alcuni passaggi forzatamente ricercati e che non brillano per originalità. Originalità che, a mio parere, andrebbe ricercata visto che si parla di musicisti di grande talento.
Globalmente il disco è godibile, anche se nulla aggiunge alla produzione del genere.
Kiara “KiaLae” Laetitia
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Tracklist:
1. The Light Overture (intro)
2. Man With A Mission
3. Identity In Christ
4. Golden Times
5. Finally Free
6. Generation Of The Brave
7. Standing On The Rock
8. Metal Opus 1 In C#m (instr.)
9. Are You Ready For The Power
10. Flaming Youth
Line up:
Christian Liljegren – Lead & backing vocals
Tommy ReinXeed – Guitars,vocals, keyboards & orchestration
Steven K – Bass & Backing vocals
Rickard Gustafsson – Drums & backing vocals
Kenneth Lillqvist – Keyboards & backing vocals