Recensione: Mandatory Evac
Metairie, Luisiana, U.S.A., 1986.
I fratelli Francis M. Howard e Moyses M. Howard, provenienti dal Brasile, decidono di formare un gruppo orientato – come direzione musicale – verso il genere del momento, cioè un thrash stretto parente dei Sepultura.
Così, nascono gli Incubus, autori di una carriera contrassegnata, fra l’altro, da tre full-length.
1999.
Gli Incubus cambiano nome in Opprobrium. Un anno dopo, incidono un ulteriore album con la Nuclear Blast: “Discerning Forces”.
2008.
Dopo qualche vicissitudine di carattere personale, il duo si ripropone con il platter oggetto della presente recensione, stavolta con il supporto della label polacca Metal Mind Records.
E qui nasce un mistero: com’è possibile, con una storia così ricca alle spalle, che gli Howard tirino fuori Mandatory Evac, un lavoro clamorosamente insufficiente sotto tutti i punti di vista?
Forse è meglio non farsi venire il mal di testa nel tentativo di risolvere questo enigma e di risparmiare quindi le energie per evitare accuratamente di incocciare nel CD in questione.
La produzione, innanzitutto.
Scarna, minimale; lontana da qualsiasi operazione di carattere professionale. Se non fosse per il fatto che il nome dell’etichetta appare ben segnato nella confezione, non si potrebbe che pensare a una registrazione amatoriale fatta in casa. Ad esempio, nonostante che nel booklet sia menzionata la presenza del basso, di questo non si riesce a trovarne materialmente traccia, fra le varie canzoni che compongono il disco.
Non proprio da buttare la restituzione della batteria – se non altro chiara – e il suono della chitarra, anche se direttamente proveniente dalle nebbie del lontano passato.
La tecnica strumentale è ridotta ai minimi termini: il sound sembra essere quello che riuscivano a sostenere le primissime band che tentavano la strada delle sonorità estreme (Hellhammer, Avenger, …). Inoltre, tutte le partiture sono elementari: guitarwork, drumming e voce sono assestati su livelli primordiali.
Purtroppo, anche il songwriting è decisamente rozzo e involuto.
Tutte le song sono uguali, le linee vocali monotone, i riff identici a quelli partoriti da migliaia di band, i soli di chitarra apparentemente (?) suonati a caso.
E non c’è nemmeno da appigliarsi a certo thrash volutamente ignorante, tipo Rumpelstiltskin Grinder …
Impresa ardua anzi impossibile tentare di descrivere una singola canzone, nel fittissimo grigiore generale.
Non me la sento, almeno, di discutere la passione trentennale che spinge i due consanguinei a tentare di emulare i ben più noti fratelli Cavalera.
Sono a spasso attualmente per l’Italia decine di validissimi act alla disperata ricerca del primo contratto discografico.
Altrove, pare non sia così difficile trovarlo e gli Opprobrium sembrerebbero esser lì a dimostrarlo.
Peccato.
Discutine sul forum nel topic relativo!
Track-list:
1. Dark Science 2:51
2. Never Found 2:18
3. No One At My Funeral 2:50
4. Incident 2:10
5. Mandatory Evac 2:17
6. Fake 1:55
7. Sports Of Danger 3:11
8. Daily Stress 2:37
9. In The Shadows 1:44
10. Compulsive Worrier 3:27
11. Ignorance 3:01
12. Sick Of This 3:12
Line-up:
Francis M. Howard – Chitarra, voce e basso
Moyses M. Howard – Batteria