Recensione: Mandatory Evac

Di Daniele D'Adamo - 26 Marzo 2010 - 0:00
Mandatory Evac
Band: Opprobrium
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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30

Metairie, Luisiana, U.S.A., 1986.
I fratelli Francis M. Howard e Moyses M. Howard, provenienti dal Brasile, decidono di formare un gruppo orientato – come direzione musicale – verso il genere del momento, cioè un thrash stretto parente dei Sepultura.
Così, nascono gli Incubus, autori di una carriera contrassegnata, fra l’altro, da tre full-length.

1999.
Gli Incubus cambiano nome in Opprobrium. Un anno dopo, incidono un ulteriore album con la Nuclear Blast: “Discerning Forces”.

2008.
Dopo qualche vicissitudine di carattere personale, il duo si ripropone con il platter oggetto della presente recensione, stavolta con il supporto della label polacca Metal Mind Records.

E qui nasce un mistero: com’è possibile, con una storia così ricca alle spalle, che gli Howard tirino fuori Mandatory Evac, un lavoro clamorosamente insufficiente sotto tutti i punti di vista?
Forse è meglio non farsi venire il mal di testa nel tentativo di risolvere questo enigma e di risparmiare quindi le energie per evitare accuratamente di incocciare nel CD in questione.
La produzione, innanzitutto.
Scarna, minimale; lontana da qualsiasi operazione di carattere professionale. Se non fosse per il fatto che il nome dell’etichetta appare ben segnato nella confezione, non si potrebbe che pensare a una registrazione amatoriale fatta in casa. Ad esempio, nonostante che nel booklet sia menzionata la presenza del basso, di questo non si riesce a trovarne materialmente traccia, fra le varie canzoni che compongono il disco.
Non proprio da buttare la restituzione della batteria – se non altro chiara – e il suono della chitarra, anche se direttamente proveniente dalle nebbie del lontano passato.
La tecnica strumentale è ridotta ai minimi termini: il sound sembra essere quello che riuscivano a sostenere le primissime band che tentavano la strada delle sonorità estreme (Hellhammer, Avenger, …). Inoltre, tutte le partiture sono elementari: guitarwork, drumming e voce sono assestati su livelli primordiali.

Purtroppo, anche il songwriting è decisamente rozzo e involuto.
Tutte le song sono uguali, le linee vocali monotone, i riff identici a quelli partoriti da migliaia di band, i soli di chitarra apparentemente (?) suonati a caso.
E non c’è nemmeno da appigliarsi a certo thrash volutamente ignorante, tipo Rumpelstiltskin Grinder

Impresa ardua anzi impossibile tentare di descrivere una singola canzone, nel fittissimo grigiore generale.
Non me la sento, almeno, di discutere la passione trentennale che spinge i due consanguinei a tentare di emulare i ben più noti fratelli Cavalera.

Sono a spasso attualmente per l’Italia decine di validissimi act alla disperata ricerca del primo contratto discografico.
Altrove, pare non sia così difficile trovarlo e gli Opprobrium sembrerebbero esser lì a dimostrarlo.
Peccato.

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Track-list:
1. Dark Science 2:51
2. Never Found 2:18
3. No One At My Funeral 2:50
4. Incident 2:10
5. Mandatory Evac 2:17
6. Fake 1:55
7. Sports Of Danger 3:11
8. Daily Stress 2:37
9. In The Shadows 1:44
10. Compulsive Worrier 3:27
11. Ignorance 3:01
12. Sick Of This 3:12

Line-up:
Francis M. Howard – Chitarra, voce e basso
Moyses M. Howard – Batteria
 

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