Recensione: March Of The Saint (reissue)

Di Mauro Gelsomini - 22 Settembre 2006 - 0:00
March Of The Saint (reissue)
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Anno: 2006
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90

Pensavate che Truemetal si fosse dimenticato del grande lavoro di Dante Bonutto e Derek Oliver? Tutt’altro, anzi, ci apprestiamo a regalarvi ancora dei tesori senza tempo, riportati alla luce in versione rimasterizzata dal duo della Rock Candy Records!

Si parte col botto, direi, visto che ci occupiamo oggi della mitica band losangellina e del loro indiscusso capolavoro, “March Of The Saint”, edito originariamente dall’altrettanto leggendaria Chrisalis nel 1984, sull’onda dell’entusiasmo prodotto dal debut omonimo l’anno precedente.
Mentre da questa parte dell’oceano già iniziava la decadenza per la NWOBHM, dall’altra parte esplodeva l’US power/epic, con gli Armored Saint a guidare il carretto dei reietti. Sì, perché si trattava di coraggiosi, non avrei altre parole, che osarono staccarsi dal movimento glam modaiolo (Dokken, Quiet Riot, Motley Crue) per suonare più “british” possibile.

Probabilmente fu questo uno dei motivi principali che negarono ai nostri la consacrazione, dal momento che gli immediati termini di paragone furono, senza tappe intermedie, mostri come Judas Priest, Iron Maiden e Saxon!
Agli Armored Saint, dunque, toccò il ruolo di sparring partner nel panorama europeo, e lo stesso nuovo continente aveva già iniziato ad interessarsi ad una nuova bomba chiamata Manowar…

Come spesso è accaduto, però, queste premesse servirono a creare attorno alla band un cult status tra gli affezionati, soprattutto di un genere come il power epic, che di solito apprezzano moltissimo doti come coerenza, intransigenza, caparbietà… E proprio queste doti esplodono in brani come la titletrack, anthemica epic song che negli anni si è insediata nella top ten per ogni heavy metaller degno di tale nome; ma tutto il disco è una sequenza di fendenti inevitabili per i padiglioni auricolari, carichi di un pathos e di una melodicità difficilmente reperibili nella miriade di uscite pari-genere contemporanee e successive: “Can U Deliver”, “Take A Turn”, “Seducer”, “Mad House” col suo riff iper-abusato, “Glory Hunter”, “Mutiny Of The World”… mi rendo conto di star citando pezzi storici, che non hanno bisogno di presentazioni né descrizioni… Sarei ovvio, e direi cose che già tutti conoscono, per le quali, ad ogni modo, vi rimando alla review scritta da Enzo

Mi limito quindi a dirvi che la riedizione della Rock Candy, secondo lo stile cui ormai ci siamo abituati, comprende un booklet di sedici pagine a colori, artwork rinnovato, memorabilia, foto inedite, interviste con i membri storici John Bush (ora negli Anthrax) e Joey Vera (Lizzy Borden), e tre bonus track tratte dal demo di 24 pezzi da cui furono estrapolati i brani che composero la tracklist definitiva dell’album, e che vi colpiranno per il deciso taglio apportato in termini di epicità e magniloquenza.
A presto per le nuove chicche targate Rock Candy!

Tracklist:

  1. March of the Saint
  2. Can U Deliver
  3. Mad House
  4. Take a Turn
  5. Seducer
  6. Mutiny on the World
  7. Glory Hunter
  8. Stricken By Fate
  9. Envy
  10. False Alarm
  11. March of the Saint (Bonus demo version)
  12. Seducer (Bonus demo version)
  13. Mutiny on the world (Bonus demo version)

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