Recensione: March On
Nel corso degli anni il nostro vecchio e amato metallo ha subito un serie di evoluzioni interessanti che lo hanno portato a disgregarsi in vari generi e sottogeneri, rendendolo sicuramente più vario e alla portata di tutti i gusti e portafogli.
Il discorso puramente economico e commerciale, in alcuni casi, ha condotto alcune band storiche a stravolgere il loro credo artistico, proprio per risultare più appetibili alle masse e più competitivi nell’affollatissimo business discografico.
Un problema che non ha sfiorato minimamente la mente dei cinque giovani che compongono il gruppo oggetto della recensione: i Fireforce, adoratori (troverei un sinonimo che nel contesto è proprio errato sto vocabolo) di un metal dal sapore antico, ma incredibilmente fresco e coinvolgente.
Provengono dal Belgio e la loro carriera, nata solo due anni fa, è segnata da un EP ”Moonlight Lady” datato 2009, posto ad anticamera del disco uscito nel marzo di quest’anno dal titolo “March On”
E’ proprio su quest’ultimo che focalizzeremo la nostra attenzione, cercando di capire cosa si nasconde dietro e dentro lo sconosciuto mondo dei Fireforce.
Sono dodici le tracce che compongono questa prima fatica discografica: dodici episodi di puro power metal, veloce, incalzante e muscolare, dove la melodia è scarna, ma terribilmente avvincente, dove ogni partitura è concepita per esaltare la battaglia di note che sembra pronta a esplodere da un momento all’altro.
Un tributo al passato, senza dubbio, ma con un occhio al presente e un altro al futuro. I nostri non si limitano a eseguire il compitino sulla scia di mostri sacri come Judas Priest, Iced Earth, Grave Digger (tanto per citare alcune fonti di primissima ispirazione della band), ma cercano di dare al proprio songwriting un piglio più personale possibile, per differenziarsi dalle masse, per cercare di accaparrarsi più adepti possibili e, di primo acchito, possiamo pensare che la missione possa essere stata raggiunta.
Il disco inizia subito con il botto, con la massiccia “Coastal Battery” un pezzo dalla struttura molto semplice che nasconde dentro di sé il concetto primario di “metal” per la band di Antwerp. Un ottimo apripista, perché con il suo mid-tempo ossessivo è in grado da subito di scuotere l’ascoltatore. La voce di Flype è acuta e graffiante anche se non sempre efficace, ma comunque ben strutturata.
Il pezzo “The Only way” invece cambia la carte in tavola, si passa da un mid-tempo roccioso a un up-tempo sparato a razzo. Qui il fantasma degli Iced Earth aleggia indisturbato, ma i nostri ci mettono tanto del loro per cercare di non scadere nel “già sentito” e tempestano con cambi di ritmo e chitarre sempre affilate l’ignaro ascoltatore.
Tralasciando la scontata e poco convicente “Firestorm” e la discreta ma non eccezionale “1302-Battle for fredoom” ci avviciniamo a passi da gigante ai pezzi dominanti di questo “March On”, ovvero “Horus (Bringer of Order)”,” Moonlight Lady “e “Annihilation”. Il primo brano riesce ad incorporare all’ennesima potenza il concetto di “True Metal”: epico quanto basta, profondo, melodia intensa e mai scontata, ritmiche “impazzite”, un vero gioiello che sarebbe stato ancora più splendente se la band si fosse scrollata di dosso completamente il collegamento spirituale con il passato.
La seconda ”Moonlight lady”, che tra l’altro rappresenta il primo singolo nonché il titolo dell’EP antecedente a questo fortunatissimo “March On”, è finalmente un trionfo di melodia, marcata dall’immancabile velocità e potenza. Un pezzo che risulta leggermente lontano dai cliché stilisticamente impartiti finora e che alla lunga riesce a stupire e rasentare la perfezione.
L’ultima del trittico “Annihilation”, la lascio immaginare e commentare ai voi cari lettori, un titolo così, fa già presagire cosa l’ascoltatore si troverà di fronte.
Siamo già a metà dell’opera e, da adesso in poi, non ci sono più cali di tensione. Ogni pezzo, da “Fly, Arrow, Fly” in poi, è un esempio di come le nuove leve non hanno niente da spartire con il passato anche se splendente. Lo spettacolo va avanti e non c’è tempo per girarsi indietro. Pezzi come “Born to Play metal”e l’ultima strumentale “Metal Rages On“ sapranno farvi bollire il sangue nelle vene, far scuotere fino allo sfinimento la vostra testa e non importerà se in mezzo troverete qualche filler,”Hold Your Ground” si può menzionare come peccato di gioventù.
I Fireforce sono una grande band da seguire e da amare e questo disco è un gran bel esordio.
Ottavio Pariante
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Tracklist:
1. Coastal Battery
2. The Only way
3. Firestorm
4. Horus (Bringer of Order)
5. 1302-Battle for fredoom
6. Moonlight Lady
7. Annihilation
8. Fly, Arrow, Fly
9. Mona Lisa
10. Hold your Ground
11. Born to Play Metal
12. Metal Rages On
Line-up:
Erwin Suetens – Guitars
Flype – Vocals
Metalpat – Bass
Steve Deleu – Guitars
Tom Heijnen – Drums
Constantine – Guest Guitar Solos