Recensione: Marriage Of Heaven And Hell I [Reissue]

Di Stefano Ricetti - 19 Novembre 2008 - 0:00
Marriage Of Heaven And Hell I [Reissue]
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Anno: 2008
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Dopo aver rilasciato un disco che tornava alle origini delle proprie radici musicali come Life Among The Ruins, i due mastermind dei Virgin Steele David DeFeis ed Edward Pursino si guardarono profondamente negli occhi e decisero di scrivere un album in grado di catturare la furia e la maestà metallica della Loro band. Da quel momento scaturirono decine di canzoni, una più bella dell’altra. The Marriage of Heaven and Hell doveva essere un disco solo – in alcuni stati dell’Est Europa uscì appunto in versione singola – ma le solite esigenze di business dell’etichetta imposero di spezzarlo in due tranche: part 1 e part 2. 

The Marriage of Heaven and Hell Part I.
I Will Come For You lascia presagire quanto questo disco riuscirà sempre e comunque a stupire resistendo al moto perpetuo dello scorrere del tempo: David canta epico come se fosse appena uscito dal Valhalla per un viaggetto sul pianeta terra e il pathos fornito dalla chitarra di Pursino non lascia scampo a un certo tipo di HM mordi e fuggi, in voga allora come oggi. Il basso dello stesso Edward pompa quanto basta e il martello di Zeus in mano a Joey Ayvazian non lascia prigionieri. Peccato che il suono della batteria sia a mo’ di pentolaccia, penalizzato da una produzione a basso budget. Va onestamente sottolineato che in questa versione remaster da parte della Dockyard1 le cose sono leggermente migliorate, per fortuna. La classe dei Virgin Steele pervade alla grande il brano successivo, Weeping of the Spirits: dolcissima nel flavour ed eroica nel Dna.

Blood And Gasoline la considero una delle più imponenti song scritte dal combo newyorkese: gode di un incedere maestoso e solenne che esplode nel bridge portante, roba da pelle d’oca. Una chitarra lontana apre Self Crucifixion, altro pezzo che rappresenta un tassello imprescindibile nel cammino verso l’olimpo metallico. Last Supper mostra i muscoli soprattutto nel cantato, fra un riffone e l’altro. La classe di DeFeis alle tastiere si estrinseca nella strumentale Warrior’s Lament, che a sua volta lascia il posto all’ariosa Trail of Tears, brano dove Joey Ayvazian fa il bello e il cattivo tempo, insieme a un David mai così vicino a Odino. Da orgasmo la parte di chitarra acustica intorno al terzo minuto insieme con il duetto fra il singer ed Edward a fine canzone.

La velocità si fa più sostenuta in The Raven Song, il classico pezzo di HM solido senza particolari fronzoli ma con tanta tanta sostanza. Un Pursino celestiale, nella seguente Forever Will I Roam, consegna alla storia dell’heavy metal un’altra perla, no more words… Un’ascia che va e che viene, appena dopo incalzata dai martelli Pursino/Ayvazian libera al cielo l’ugola di un fuoriclasse autentico dietro al microfono che risponde la nome di David DeFeis, all’interno dell’incedere di un brano ammaliante in piena tradizione Virgin Steele. Solo di Pursino micidiale a ¾ della durata.

La sensuale House of Dust è semplicemente sublime nella sua drammaticità, lasciando senza fiato mentre Blood of the Saints è un attacco di HM Epico in piena regola. Insieme alla predente Blood And Gasoline Life Among the Ruins rappresenta la summa della immaginifica tracotanza metallica dei Virgin Steele: un capolavoro di songwriting eroico e interpretazione. Thor – non il biondone canadese, neh? – andrebbe senza dubbio fiero di questo capolavoro immortale. La strumentale The Marriage of Heaven and Hell chiude la parte “ufficiale” del disco, nell’occasione foriero di una bonus track: Blood And Gasoline nella versione in duetto con i polacchi Crystal Viper. Trascurabile nell’esecuzione lascia anche molto a desiderare per quanto risulta i suoni, a livello di un buon demo e nulla più, nonostante l’intervento salvifico dello stesso David DeFeis in fase di mixing. Il disco della Dockyard1 assume valore collezionistico per via del nuovo booklet, non di certo per la presenza di quest’ultima traccia aggiuntiva.                       
   
Marriage Part I è un evergreen che fa parte della leggenda HM, un album senza né tempo né spazio, immenso nella propria possanza d’acciaio, che sa essere duro, ammaliante e tenerissimo, da tenere in serbo per i nipotini fra qualche anno.    

Stefano “Steven Rich” Ricetti

Tracklist:
1. I Will Come for You
2. Weeping of the Spirits
3. Blood and Gasoline
4. Self Crucifixion
5. Last Supper
6. Warrior’s Lament
7. Trail of Tears
8. The Raven Song
9. Forever Will I Roam
10. I Wake Up Screaming
11. House of Dust
12. Blood of the Saints
13. Life Among the Ruins
14. The Marriage of Heaven and Hell 
15. Blood And Gasoline – New duet version with Crystal Viper (bonus track)

Line-up:
David DeFeis – Vocals & Keyboards
Edward Pursino – Guitars & Bass
Joey Ayvazian – Drums

     

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