Recensione: Mary Celeste

Di Alessandro Calvi - 12 Giugno 2008 - 0:00
Mary Celeste
Band: Mandrake
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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50

Nati sul finire del secolo appena concluso, i Mandrake giungono, con questo “Mary Celeste”, alla pubblicazione del loro terzo album sotto etichetta. Secondo il foglio pubblicitario allegato al promo, il 2007, grazie anche alla ristampa di “Forever”, disco d’esordio della band autoprodotto, avrebbe dovuto essere l’anno del gruppo. Tolto il fatto che questo cd è uscito a fine novembre, dopo l’ascolto ci permettiamo di dubitare che il 2007 potesse appartenere ai Mandrake anche se fosse uscito a gennaio.

A partire dalla copertina, in cui ovviamente fa bella mostra di se un primo piano della cantante Birgit Lau, “Mary Celeste” trasuda cliché del genere gothic. La voce è melodica, a tratti eterea, e strizza l’occhio più volte alla lirica. Naturalmente non disdegna qualche canonico duetto con la voce maschile, ora in growl, ora pulita ma bassa e profonda. Le chitarre fanno il loro lavoro in maniera onesta e qualche volta riescono anche a regalare sprazzi di interesse, grazie a qualche passaggio più aggressivo, purtroppo annegati in un mare di soluzioni già usate ed abusate. La sezione ritmica rimane un po’ in secondo piano limitandosi a compiere il proprio compito senza uscire mai dal seminato. Da questo punto di vista sembra che il batterista Uken se la cavi meglio dietro alla tastiera, con la quale riesce saltuariamente a tessere melodie di un certo richiamo.
Indubbiamente si tratta di un passo in avanti rispetto al precedente “The Balance of Blue”, album anonimo sotto molti (quasi tutti) i punti di vista. Questa volta i Mandrake cercano di metterci un po’ di grinta in più e si sente che i musicisti son anche “tornati a scuola” nel frattempo, in particolare la cantante è notevolmente migliorata sotto il profilo tecnico-espressivo. Siam però lontani da quel confine che separa le uscite standard da quelle in grado di fare la differenza.

Per i Mandrake si tratta del quarto album. Per chi ascolta gothic invece è l’ennesimo disco che ripresenta le stesse soluzioni senza tentare di inventare nulla di nuovo. Purtroppo oggigiorno ci vuole altro per conquistarsi le attenzioni del pubblico in un mercato ormai saturo di band clone.

Tracklist:
01 Mary Celeste
02 Crystals of Forgiveness
03 Fragile
04 Forgive
05 Adore
06 Masquerade
07 Sweet Desolution
08 Moments (Touched by Time)
09 Breathe
10 Solace
11 Life’s Last Shore
12 Borrowed Life
13 Paralyzed

Alex “Engash-Krul” Calvi

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