Recensione: Mass Confusion
A due anni esatti dall’interessantissimo Awake the Riot tornano a farsi sentire, con un disco tutto nuovo, i thrasher tedechi Dust Bolt. L’album, intitolato Mass Confusion, è per il quartetto bavarese la terza prova sulla lunga distanza, a detta di molti, il capitolo più complicato nella carriera di una band. Il full length che deve rappresentare la decisiva prova di maturità; prendendo in prestito un modo di dire proprio del ciclismo, una sorta di esame a cui ogni metal act deve sottoporsi per dimostrare di essere uomo squadra o gregario. Un ragionamento, questo, che assume ancora più significato se ci troviamo al cospetto di una formazione che fa parte della NWOTM, una scena che divide gli appassionati tra estimatori e detrattori.
I Dust Bolt sono sicuramente una delle compagini più interessanti del revival thrash che sta imperando in questi ultimi anni. Capacità tecniche, entusiasmo e voglia di spaccare non mancano ai quattro giovani thrasher. Nella loro proposta, come accade a molte formazioni della NWOTM, troviamo elementi propri della scuola teutonica, Kreator in primis, soluzioni tipiche del bay area sound, senza dimenticare la lezione impartita dalla scena di New York. Un mix che, seppure con qualche ingenuità, è stato ben espresso nell’album datato 2014, quel Awake the Riot che è stato in grado di far scapocciare più di qualche metalhead. Come dicevamo, però, quel disco presentava delle ingenuità caratterizzate, in particolare, da una lunghezza eccessiva del platter e dalla facilità con cui le influenze del quartetto tedesco potevano essere riconosciute, facendo venir meno la personalità della band. Certo, l’intento dei Dust Bolt non è quello di innovare. I Nostri vogliono suonare ciò che gli piace, divertendosi e facendo divertire. Tale obiettivo è stato sicuramente centrato da Awake the Riot, ma si sa, quando ci si trova al cospetto di una band a cui le capacità non mancano, è normale pretendere qualcosa in più, un lavoro che, oltre a far divertire, possa lasciare un segno indelebile del proprio passaggio. Ed è proprio questo qualcosa in più che il nuovo Mass Confusion dovrebbe rappresentare.
Diciamolo subito, se Mass Confusion doveva rappresentare il definitivo salto di qualità da parte dei Dust Bolt, si rischia di restare con l’amaro in bocca. Cerchiamo di spiegarci meglio: il nuovo capitolo rimane fedele alla NWOTM, mettendo in mostra le influenze citate precedentemente e, sebbene presenti qualche diversità, continua il percorso intrapreso con Awake the Riot. “E quindi? Che c’è di male in questo disco?”, verrebbe da chiedersi. Il fatto è proprio questo: nel momento in cui è lecito aspettarsi un lavoro che possa esprimere le reali capacità e la personalità della band, i Dust Bolt sembrano non voler rischiare e scelgono di andare sul sicuro giocando la carta della continuità. I Nostri realizzano, quindi, un nuovo album caratterizzato da una proposta derivativa, in cui sono più evidenti le influenze rispetto a un vero e proprio marchio Dust Bolt. Inoltre, se paragonato al precedente lavoro, Mass Confusion risulta meno spontaneo, non riuscendo a tramettere le stesse sensazioni, la stessa carica, la voglia di divertimento, perdendo in impatto. Certo, è sicuramente capace di regalare qualche bordata interessante, in particolare nella prima metà, vedasi la già nota title track e Allergy, a cui va aggiunta di diritto Turned To Gray, una delle più convincenti tra le undici tracce che lo compongono. Ma se da un lato troviamo capitoli in grado di graffiare e portare all’headbanging, dall’altro ne troviamo di scontati, come ad esempio Empty Faces, o qualitativamente scostanti nella propria durata come nel caso di Taking Your Last Breath.
Un altro aspetto che non convince appieno è l’inserimento di qualche elemento à la Trivium che fa capolino, in particolare, nella seconda parte del lavoro. Come se il quartetto tedesco volesse apportare dei piccoli ammodernamenti alla propria proposta, seguendo però la facile via di riproporre quanto già espresso da altri, continuando a trasmettere quella sensazione di già sentito. Se andiamo poi ad analizzare il lato prettamente tecnico, possiamo notare come i Dust Bolt, potendo contare su un duo alle sei corde affiatato, diano il proprio meglio nei tempi medi e nelle parti più cadenzate, dove il riffing può fare bella mostra di sé. Nei passaggi più pestati, invece, qualche piccola perplessità affiora. La batteria non riesce a fare la differenza, non riesce a valorizzare il guitarwork con la giusta ferocia.
Come è facile intendere da quanto fin qui detto, Mass Confusion rappresenta un piccolo passo falso per i Dust Bolt, una band dotata di grandi capacità ma che, al momento, non sembra in grado di riproporle su disco con efficacia. Ovviamente, come già affrontato in sede di analisi, non tutto è da buttare, ma non bastano una manciata di canzoni per far sì che un album possa essere considerato riuscito. In molti potranno obiettare che l’intento delle band della NWOTM sia semplicemente suonare thrash, non di sicuro provare a dire qualcosa di nuovo. Certamente, ma in questi ultimi anni, nel revival thrash, ci sono band che, pur non dicendo nulla di nuovo, hanno saputo dire la loro, mettendo in mostra una certa personalità di fondo. Basti pensare ai Municipal Waste ad esempio. Purtroppo i Dust Bolt non riescono a fare altrettanto e, sperando in una immediata ripresa già a partire dalla prossima prova, vengono rimandati a settembre.
Marco Donè