Recensione: Mass Genocide/Live Into the Crematorium [LP]

Di Stefano Ricetti - 17 Aprile 2024 - 8:23
Mass Genocide/Live Into the Crematorium [LP]
Band: Incinerator
Etichetta: F.O.A.D. Records
Genere: Deathcore  Thrash 
Anno: 2024
Nazione:
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73

 

Di seguito un estratto – arricchito – di quanto scrissi, a proposito degli Incinerator, all’interno dello speciale sulla storia dell’heavy metal italiano che uscì in quattro puntate per altrettanti numeri a cavallo fra il 2006 e il 2007 sulle pagine della rivista cartacea Metal Maniac facente capo ad Alex Ventriglia.

Incinerator: insieme con i conterranei Schizo le punte di diamante dei suoni violenti in ambito regionale (la Sicilia) e non solo… La formazione del 1989 vede Antonio Silvia al basso e alla voce, Alex Bazzani alla chitarra e Piero Di Leo alla batteria. Esordiscono nel 1986 con il demo Live Into the Crematorium che alterna passaggi thrash veloci a incursioni doom oscure. Le loro influenze, nell’ordine, si possono ritrovare in band come Testament, Slayer, Exodus e Overkill. L’anno successivo vede la luce Mass Genocide, altro demo killer ed è del 1989 Uh!?!, il loro album di debutto ufficiale pubblicato sotto etichetta Sonic Attack, un concentrato di metallo suonato a velocità sempre sostenute che contiene la particolarità di avere al proprio interno il pezzo folkloristico Umbari Chi Spacchiu Si, cantato in dialetto siciliano! I Nostri sono dotati di una tecnica oltre la media delle thrash’n’death band italiane del periodo e a testimonianza vi sono le due strumentali Total Annihilation e la title track. Altri pezzi da citare sono ‘Mass Genocide’ (retaggio del demo), ‘Extinction’ e ‘Rip the Core’. Pur peccando di qualche ingenuità, la resa generale di Uh!?! risulta di sicuro livello, facendo sperare bene per il futuro. Purtroppo, come troppo spesso accadde per tantissime altre band italiane, questo trentatré rimase il primo e ultimo della loro breve carriera.       

 

Tornando al 2024 è disponibile da qualche settimana una nuova pubblicazione – stampata in soli duecento esemplari in vinile nero e cento in vinile arancione – sotto forma di Lp da parte della F.O.A.D. Records che racchiude i due demo degli Incinerator sopraccitati: Live Into the Crematorium (1986) e Mass Genocide (1987). L’etichetta piemontese, con l’obiettivo di fornire la massima qualità e resa sonora possibile all’intera operazione – peraltro riuscita in pieno, senza snaturare nulla – fra remaster e ottimizzazioni varie dalle fonti ufficiali operate presso il Toxic Basement Studio di Milano, ha come di consueto pubblicato un prodotto senza dubbio allettante, dal momento che anche dal punto di vista grafico l’inserto interno alla confezione riporta parecchie foto d’epoca, flyer e le scannerizzazioni dei due demo originali (sublime la definizione della side A della musicassetta di Mass Genocide come “Thrash” mentre sulla B campeggia “Core”).

All’interno della mia intervista risalente al 2021 a S.B. Reder degli Schizo – uno che se ne intende, in fatto di rumore – sempre su queste stesse pagine, egli stesso così definì gli Incinerator:

grandissimi quelli dei primi due demo dei tempi della Thrash Records

 

Live Into the Crematorium (Thrash Records) venne inciso nel settembre del 1986 a Bergamo e mixato presso i Thrash Records Studios di Catania il mese successivo. La line-up schierava: Antonio Silvia (basso e voce), Luigi Ficarra (chitarra) e Stefano Bullegas – batterista degli Extrema – come session drummer.

Mass Genocide (Thrash Records) venne invece confezionato in sole diciotto ore, fra registrazioni e mixaggio, nell’aprile del 1987 ai Pick Up Records Studios di Catania. La formazione, oltre ai consolidati Silvia e Ficarra, vedeva Alfonso Vella nel ruolo di batterista di ruolo.

Se si vuol cercare da dove provenne il suono thrash /deathcore tricolore sarebbe sacrilegio, oltre ai Bulldozer, non citare i siciliani Incinerator che, insieme con i sodali Schizo e gli obbligatori Necrodeath – celeberrimo il concerto che vide impegnata la triade nel 1987, a Catania, di fronte a cinquecento persone, al Teatro Grotta Smeralda – misero a ferro e fuoco, per un certo periodo, la scena tricolore. Il tutto, per gli Incinerator, durò un po’ troppo poco, infatti nel 1990 venne posta la parola fine alla loro parabola artistica ma in quattro anni la premiata ditta Antonio Silvia & Co. dispensò autentiche bordate sonore che non passarono di certo inosservate, non solo a livello italiano. Un passaggio, il loro, nel firmamento delle sonorità dure, violentissimo ma anche velocissimo, come la loro musica. Le dieci tracce ricomprese dentro il vinile griffato F.O.A.D. non fanno altro che suggellare in maniera duratura la rabbia iconoclasta che da sempre i siciliani erano in grado di riversare all’interno dei propri lavori. Non a caso, ‘Attack of Violence’, ‘Mass Genocide’ e la rozzissima ‘Incinerator’ ancora oggi rappresentano autentiche e sublimi legnate in mezzo ai denti e danno la misura della bontà della proposta incendiaria – è proprio il caso di dirlo… – degli Inceneritori di Catania.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti                

 

 

 

 

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