Recensione: Massive Conspiracy Against All Life
Benvenuti nel mondo di Wrest.
Massive Conspiracy Against All Life, un titolo che mette gia in
guardia, un paradigma per anni di musica inquietante e disperata. La mente
dietro al progetto Leviathan ci odia, odia la vita e tutto quello che ne
concerne. In sostanza è tutto qui il messaggio che si coglie in un’ora passata
tra visioni allucinanti e tormenti, presi per mano e condotti nei luoghi più
infimi e maleodoranti che la nostra sensibilità possa concepire. Wrest
odia, lo urla al mondo in modo violento, sgraziato, vomitando anatemi,
assalendoci con rasoiate tremende, ipnotiche, ossessive, disturbanti. Non sembra
essere un problema per il nostro, che sembra volerci dire: “Volete musica che
appaghi le vostre orecchie? Andate altrove.” Non interessano orpelli inutili, o
produzioni leccate, qui si appaga l’anima in quei momenti di disperazione che
ognuno di noi attraversa prima o poi, si scava nel profondo, per poi sentirsi
ancora peggio, questo è lo scopo.
Leviathan raggiunge con Massive Conspiracy Against All Life
la quadratura del cerchio, la giusta alchimia tra i caratteri predominanti del
suo stile, che ormai rompe definitivamente catalogazioni e appartenenze a una
determinata corrente o scena musicale, proprio dove altri sembrano arenarsi
pericolosamente dopo aver fatto da guida. Wrest mette in piedi un disco
che abbraccia appieno l’ortodossia del black metal statunitense, riuscendo ad
evolverlo, grazie a composizioni più mature, in cui violenza bruta e atmosfera
vengono amalgamate con grande maestria, alternandosi e acquistando vigore
vicendevolmente, in una gioco di emozioni che ci avvolge quasi
inconsapevolmente, fin quando non ce ne accorgiamo… Troppo tardi, Wrest
ci ha gia preso suo “possesso”. Sette brani per un unico scopo, finemente curati
nel songwriting, tra riff sparati con la consueta velocità, e sfuriate
dissonanti, chitarre striscianti e arpeggi che si insinuano sottopelle, vuoti
ambient/psichedelici mai posizionati a caso, e mai veramente “vuoti”, in un
sound che sa essere al tempo stesso volutamente scarno e ricercato, fedele e
proiettato nel futuro.
Inutile andare a descrivere a parole le canzoni, alcune delle quali talmente
profonde da valere da sole il prezzo del disco. Massive Conspiracy Against
All Life va fruito nella sua interezza, avendo la pazienza di
comprendere le strazianti costruzioni messe in piedi per questo lavoro, verrete
ripagati, eccome.
“C’era odore di morte lenta in quel posto, di malaria, di incubi”.
Benvenuti nel mondo di Wrest.
Stefano Risso
Tracklist:
1. Vesture Dipped in the Blood of Morning 05:22
2. Merging With Sword, Onto Them 10:58
3. Made as the Stale Wine of Wrath 08:44
4. VI-XI-VI 07:09
5. Receive the World 07:48
6. Vulgar Asceticism 09:20
7. Noisome Ash Crown 12:55