Recensione: Masters Of Fate
Fa piacere che un combo dall’alto potenziale come i toscani Etrusgrave sia giunto, finalmente, al meritatissimo esordio ufficiale, per giunta sotto l’egida dell’etichetta My Graveyard Productions, sempre in prima linea per quanto attiene la proposta metallara italiana più ortodossa. Dietro all’azzeccatissimo monicker – uno dei migliori degli ultimi anni, per chi scrive – si cela una vecchia triglia dell’HM tricolore come Fulberto Serena, chitarrista già nei Dark Quarterer per lo spazio di due album: Dark Quarterer (1987) ed Etruscan Prophecy (1988). Ad accompagnarlo troviamo Tiziano “Hammerhead” Sbaragli – ex ugola degli Harvest – , Francesco Taddei alla batteria e Luigi Paoletti al basso.
Sette sono i pezzi che compongono la nuova uscita Masters Of Fate, diretta discendente dei due demo precedentemente realizzati: On the Verge Of War del 2004 e Behind The Door, risalente all’anno scorso. Alcuni brani già pubblicati, come spesso e giustamente accade in questi casi, vengono riproposti accanto a composizioni nuove o quantomeno inedite, formando un suggestivo trait d’union fra il passato e il presente degli Etrusgrave.
Deafening Pulsation parte lieve e trasognata per poi appesantirsi – in senso metallico, eh? – dopo i primi due minuti, trasformandosi in un brano di HM classico ispirato, con i ritmi dettati dall’ascia di Fulberto, che affetta come una mannaia appena uscita dall’arrotino. Quattro e più mazzate da parte di Francesco Taddei aprono Dismal Gait, un connubio ben riuscito fra la vena tipicamente epica del combo di Piombino e la giusta, sana, dose di melodia. The Last Solution offre, ancora una volta, il bastone e la carota: Hammerhead si muove agilmente fra momenti più diretti e soluzioni stilistiche soft, sublimate dal cantato che riporta al titolo della canzone, da brividi assoluti. La Nwobhm più galoppante trionfa in The Only Future, come se il tempo si fosse fermato a venticinque anni fa, urlo finale compreso.
Segue Wax Mask, quasi nove minuti di epic metal allo stato brado, diretto e massiccio, sulla scia di band come Omen e Manilla Road. La chitarra di Fulberto non dà tregua e il pezzo si caratterizza per l’interpretazione del vocalist Hammerhead che ben innesta screaming indiavolati a una base evocativa, come il genere impone. Finale da orgia metallica con riff assassini e batteria impazzita, sulla scia dei Saxon/Motorhead più cattivi degli anni Ottanta. Volutamente ho riportato quanto scritto in altra occasione riguardo questa partitura – ndr.
Lady Scolopendra – scritta da Fulberto e interpretata da Gianni Nepi all’interno dell’album War Tears del 1994 – , per i fan dei Dark Quarterer costituisce pezzo da leggenda, che gli Etrusgrave ripropongono alla loro maniera: eroica! Punto e basta. La title track chiude le velleità metalliche del gruppo tricolore all’insegna della tradizione epica legata a mostri sacri provenienti dal nord che rispondono al nome di Heavy Load.
La durata media dei brani si aggira intorno ai sette minuti, come ci si deve aspettare da un veterano con i trascorsi di Fulberto Serena. Inevitabilmente, quindi, l’immediatezza di tanto in tanto lascia lo spazio a situazioni meditative, seppur sempre e comunque supportate da puro metallo tradizionale. In generale da migliorare le situazioni corali mentre da rimarcare il notevole progresso del singer Hammerhead rispetto al demo dello scorso anno, anche se al Nostro manca ancora quella profondità che solo i grandi posseggono. La sezione ritmica Paoletti/Taddei non si discute, meno che meno l’opera chitarristica del leader incontrastato della band nonché, per concludere, un album come Masters Of Fate, un esempio vivente di heavy metal adulto, senza spazio e senza tempo.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Tracklist:
01. Deafening Pulsation
02. Dismal Gait
03. The Last Solution
04. The Only Future
05. Wax Mask
06. Lady Scolopendra
07. Masters Of Fate
Line-up:
Fulberto Serena – All Guitars
Hammerhead – Vocals
Luigi Paoletti – Bass
Francesco Taddei – Drums