Recensione: Maximum Execution
La scena underground sudamericana straripa di band parecchio ancorate allo Speed/Thrash primitivo, quello dilagato sulla Terra nei primi anni ‘80 subito dopo che i Venom e le loro orde malefiche sono usciti dall’inferno.
I Sacrilator, provenienti dal Cile, sono tra queste. Attivi tra il 2004 ed il 2012 hanno pubblicato due demo autoprodotti: uno nel 2009 in cassetta, dal titolo ‘Infernal Old Force’ e formato da due pezzi (di cui uno la cover di ‘Totale Disaster’ dei Destruction), l’altro nel 2011 anche in CD, dal titolo ‘From Hell’ e contenente sette pezzi (di cui uno la cover di ‘Cross me Fool’ dei Razor), poi distribuito anche da Gresil Distro & Production con l’aggiunta di una bonus track, dopodiché si sono fermati ai box.
A quanto pare, ora potrebbero rimettersi in pista dato che la Witches Brew Records ha deciso di distribuire ‘Maximum Execution’, una raccolta contenente tutto ‘From Hell’, compreso l’inedito, più la maggior parte dei suoi brani suonati dal vivo.
C’è ben poco da dire, parlando della scaletta relativa al demo, ‘Maximum Execution’ è un prodotto che emana la stessa atmosfera infernale di 45 anni fa: brani veloci e mefitici registrati con un suono sporco e grezzo, con quel riverbero tipico delle profondità dell’Ade, mantenuto apposta anche se le tracce sono state nuovamente masterizzate.
Suona tutto molto vintage … talmente vintage da annullare il tempo trascorso: parte l’intro, ‘Infernal Darkness’, un arpeggio tenebroso con in sottofondo la risata di un pazzo e ci troviamo nel nostro negozio di fiducia a sfilare i dischi uno per uno, anche se lo abbiamo già fatto il giorno prima … con il negoziante paziente che ci fa anche ascoltare qualche secondo delle nuove uscite.
Poi lo Speed parte a manetta, solo i quattro musicisti, senza alcun artefatto se non degli pseudonimi terribili, inarrestabili e aggressivi: vero Thrash dall’inizio alla fine.
È, praticamente, tutta una citazione, da ‘Screams From the Abyss’ a ‘Maximum Execution’: Razor, Whiplash, Destruction, gli Slayer degli inizi, giusto i primi che mi vengono in mente, non c’è una novità neanche a pagarla oro. Nonostante questo i Sacrilator hanno una loro personalità, molto aggressiva e ficcante e sono talmente calati in quegli anni da risultare comunque genuini.
Alla fine sono canzoni che piacciono … come abbiamo detto anche per altri artisti simili, di valore medio rispetto alle produzioni Vecchia Scuola (e non è poco).
Per quanto concerne la parte live, invece … lasciamo perdere … quasi inascoltabile ed inutile … si riesce solo a percepire la forza incisiva e coinvolgente dei Sacrilator sui palchi. Vanno bene i suoni grezzi, ma qui si esagera! Ci sono in giro bootleg di qualità ben migliore.
Chiude l’album una versione prova di ‘The Evil Covenant’, brano che non si sa da dove provenga. Anche questa una riproduzione terribile e superflua.
Concludiamo: buona band, buone canzoni … a questo punto, speriamo che i Sacrilator tornino presto con qualcosa di inedito. Siamo molto curiosi.