Recensione: Maze of the Mind

Di Andrea Bacigalupo - 29 Luglio 2024 - 8:30
Maze of the Mind
Band: Battlecreek
Etichetta: MDD Records
Genere: Thrash 
Anno: 2024
Nazione:
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60

Maze of the Mind’ è il terzo e nuovo album dei tedeschi Battlecreek, band dedita ad un Thrash che assimila sia i tratti della loro terra sia quelli provenienti da oltreoceano.

Il Full-Length è composto da 12 pezzi, di cui 2 (la fosca ‘The Cords of Death’ e l’epica ‘… To the Gallows’) sono brevi arpeggi che introducono il brano che segue, mentre l’ultimo è un energico strumentale.

Trattasi di un Thrash Metal assolutamente derivativo, che pesca un po’ di qua ed un po’ di là, non stiamo neanche a scrivere chi può ricordare: i grandi, chi prima chi dopo, si percepiscono un po’ tutti, con prevalenza di quelli più frenetici, visto che ai Battlecreek piace tirare al massimo, avvicinandosi pure al Crossover.

È comunque suonato abbastanza bene, con i musicisti che sanno il fatto loro. In particolare è valido il taglio delle chitarre, ficcante e greve allo stesso tempo, soprattutto in sede ritmica ma con il suo perché anche a livello solista.

Dove perde è nel songwriting, con brani essenzialmente omogenei e con poche differenze, se non nelle aperture e negli interludi. Omogeneità resa ancora più evidente dallo stile del vocalist, una sorta di fratello povero di John Connelly (come inflessione), senza però la sua teatralità e con il quadruplo delle sigarette nei polmoni, che canta un po’ tutto nella stessa maniera livellando il risultato complessivo del lavoro.

Il disco parte anche bene, con una detonante ‘Implosion of the Sun’, ma poi si attesta sullo stesso livello, che non è neanche altissimo e già alla terza traccia, che è la Title-Track, ma anche la meno riuscita del lotto, si insinua malignamente lo spettro del ‘già sentito’.

Insomma, non è che il disco diventa monotono, però non decolla neanche, soprattutto perché, per la maggior parte del suo tempo, è troppo “in bolla”, variando, come già detto, solo nelle parti iniziali ed in qualche intermezzo, ma con i corpi delle canzoni un po’ tutti nella stessa direzione.

Buone comunque: la prepotente ‘Knockout in the first Round’, la muscolare ‘Granville’s Hammer’, che vede la partecipazione di Philly Byrne, Singer degli irlandesi Gama Bomb, che guarda caso dà il giusto ‘stacco vocale’ elevando il pezzo, ed anche la strumentale ‘Goliath’s Revenge’, che la si porta in fondo senza problemi.

Concludendo, ‘Maze of the Mind’ è un album che si può ascoltare pur se non coinvolge più di tanto.

E’ chiaro che questo non basta: se i Battlecreek vogliono emergere devono sfruttare al meglio la loro personalità, visto che le capacità ci sono, distaccandosi maggiormente dalle loro influenze, in questo disco parecchio marcate, e differenziando meglio il songwriting.

I numeri ci sono, la voglia di far bene esce a tonnellate dai solchi … aspettiamo con curiosità il prossimo lavoro. Per ora, comunque, con ‘Maze of the Mind’ la sufficienza è raggiunta.

L’album è stato registrato e prodotto ai 48Nord Studios da Chris Schmid, mentre l’artwork è stato realizzato da Andreas Marschall (Kreator, Sodom, Obituary, Blind Guardian …)

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