Recensione: Meat Grinder
E si ritorna sempre alle solite, infinite questioni.
Avrò scritto questa frase forse un milione di volte, tra una recensione e l’altra ma sì, ripetiamolo: non sempre è necessario essere originali per fare musica tosta con le palle. Voglio dire, stiamo parlando di metal: basta saperci fare no? L’attitudine al genere è un qualcosa che spesso basta affinchè il musicista riesca a rappresentare fieramente sè stesso all’interno di un disco: questa massima si potrebbe perfettamente applicare ad un caso tutto nostrano denominato Assaulter.
Italianissimi e tarantini, i nostri eroi si rifanno spudoratamente in tutto e per tutto, dalla musica sino all’immaginario scenografico di contorno, alla cara e vecchia scuola del thrash metal vecchia scuola: se a ciò aggiungete il rantolo vocale raschiato ed acido del singer Enzo unito al suo timbro di basso pesante e metallico, il riffing serrato e perennemente preciso dei due chitarristi Paolo e Gigi (quest’ultimo anche chitarrista dei deathsters coprovinciali Stige) e il drumming furioso ed implacabile del drummer Rodolfo (storico batterista dei fenomenali e mai troppo conosciuti Funeral Oration, attualmente attivo anche nei concittadini Alldead) allora otterrete la ricetta Assaulter!
Il precedente e granitico EP “Crushed by Raging Mosh”, inizialmente autoprodotto per poi essere ristampato dalla messicana EBM Records, è pian piano divenuto un piccolo oggetto di culto tra i metallari dell’entroterra pugliese e meridionale in genere: l’attitudine assolutamente senza compromessi del combo, fatta di live sempre al limite ed ostentata rivalità al fenomeno del Pay To Play, ha fatto di questa band un piccolo caso a sè del panorama underground nazionale. Ed oggi sempre su EBM Records esce l’attesissimo (almeno per chi li segue) successivo di quel mini tanto appetitoso, il vero e proprio album di debutto “Meat Grinder”.
Un disco che, sin dalla omonima ‘Assaulter’, mette subito le carte in tavola:
“Nessun compromesso, noi siamo gli Assaulter!”.
Thrash metal pesante e tiratissimo, classicissimo e senza fronzoli nei suoi continui rimandi alla scuola di Slayer ed Exodus unita a vistose punte hardcore di acts quali D.R.I e S.O.D., lanciato a mille contro l’ascoltatore come un treno impazzito su un binario diretto in una galleria chiusa al traffico! Un impatto feroce, assassino e velenoso ben evidenziato dalla voce acida e corrosiva del frontman Enzo, su cui imperiosamente si aggiungono riff su riff, uno più ‘thrashoso’ dell’altro, ed assoli al limite dello speed metal. Insomma, è il classico disco da ascoltare con una birra gelata in mano, gilet di jeans stracolmo di toppe e t-shirt degli Slayer d’ordinanza!
La successiva title-track (già da tempo presente nei live set del combo) presenta, come tutto il disco d’altronde, un panorama sonoro esattamente identico a quanto presentato dalla opener: thrash metal, riffs, urla, assoli, rallentamenti e liriche improntate contro lo schifo imperante della società, aspetto che avvicina ancor di più l’act tarantino ai già citati D.R.I e compagnia hardcoreggiante. Bisogna tener conto che il disco, nonostante non presenti infatti alcuna novità di sorta, non è affatto il classico disco del tutto derivativo e privo di personalità: come già accennato in apertura, qui il suono Assaulter c’è e si sente non bene, ma benissimo. La voglia di spingere continuamente sull’accelleratore è ben enfatizzata da pause dove il ritmo rallenta per poi esplodere sapientemente in velocizzazioni impazzite in grado di spezzare l’osso del collo al povero, malcapitato ascoltatore…e dal vivo saranno dolori!
Ad enfatizzare le personalità del combo, “Meat Grinder” è anche frutto della visione assolutamente a senso unico dei Nostri del mondo della musica: episodi come ‘Pay To Play’ e ‘L.M.T.’ sono brani ricolmi della vispa e pungente ironia del combo, ora schieratp contro il succitato fenomeno delle bands dal vivo (fenomeno verso cui i Nostri, ricordiamo, hanno sempre manifestato disprezzo in ogni loro singola data dal vivo), ora contro i loro detrattori (L.M.T. è una sigla che nel dialetto tarantino sta per…ehm…una incitazione contro i defunti, se la traduco letteralmente temo che mi caccerebbero dalla redazione…) e leoni da tastiera che hanno sempre criticato i nostri beniamini per questo loro modo di essere del tutto privo di eccezione e compromesso. Un disco che è frutto dei propri autori quindi, un qualcosa di assolutamente poco originale ma non per questo rivolto ai soli fanatici della vecchia scuola: la produzione di “Meat Grinder” è assolutamente di primo livello, un muro del suono in grado di rivaleggiare a testa alta contro le release dei grandi nomi del genere e per questo rimane un disco consigliato a qualunque vero appassionato di musica dura.
“Meat Grinder” è un vero inno all’heavy metal, al pogo ed al tirare fino a tardi, sempre alle spalle dei detrattori e di un Mondo dominato da gente il cui unico interesse è mandare quest’ultimo allo scatafascio. Questo disco è, in senso buono ovviamente, vomito bestiale (citando il brano conclusivo del lavoro appunto ‘Bestial Vomit’) sputato in faccia senza alcuna pietà contro l’ennesimo, losco imprenditore senza scrupoli, vipera velenosa che vorrebbe curare la società con il suo stesso antidoto palliativo.
Un disco per far festa, ma anche per fa pensare, ricolmo di passione, volontà di andare avanti e fare casino assieme al proprio pubblico.
Gli Assaulter sono, secondo il sottoscritto, uno dei nomi sui puntare per il metal tricolore del futuro.
Avanti così, ragazzi!
(Intervista disponibile al seguente link)