Recensione: Mediceo

Di Alessandro Calvi - 13 Luglio 2010 - 0:00
Mediceo
Band: Inner Shrine
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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68

Quarto full-lenght per i fiorentini Inner Shrine questo “Mediceo”, che segna anche il cambio di etichetta dalla DragonHeart alla My Funeral Records. Il cambio di casa discografica, vedremo, non ha portato con se solo una diversa realtà produttiva con cui raffrontarsi, ma anche un’evoluzione piuttosto netta nel sound della band toscana.

Dopo la cosiddetta “Trilogia Alchemica” che aveva accomunato i primi tre dischi del gruppo in un unico concept (ogni album era contraddistinto da un colore: nero, bianco, oro), è venuto per gli Inner Shrine il momento di concentrarsi su un nuovo argomento. La tematica storica, però, non è andata completamente persa, al centro di “Mediceo” vi è, infatti, il complesso intreccio tra la loro città, Firenze, la famiglia dei Medici e il periodo rinascimentale.
Se già in precedenza i testi avevano progressivamente abbandonato l’inglese per concentrarsi sempre più sul latino, “Mediceo” è quasi interamente cantato proprio in questa lingua. Se questo è un particolare se salta all’orecchio solo successivamente, immediato è, invece, il notare il deciso cambio di rotta a livello di songwriting. Le parti estreme, sia musicali che liriche, sul nuovo cd sembrano completamente accantonate. Mentre prima si poteva parlare di metal con inserti di musica classica, lirica e sinfonica, oggi dovremmo quasi dire che “Mediceo” è l’esatto contrario.
La voce della soprano Cecilia Boninsegni è al centro della struttura di buona parte delle canzoni e dona grande profondità a tutti i brani con alcuni passaggi assolutamente da brivido. Incidentalmente lo spazio lasciato alla voce femminile ha pressochè eliminato i duetti con la voce maschile che erano tra le cose migliori fatte sentire nei dischi precedenti.
Come si diceva prima, tutto il comparto estremo ha subito pesanti limitazioni, spesso finendo relegato a mero orpello o semplice comparsata all’interno delle tracce. Non si tratta di una critica, bensì di una mera constatazione, anche in virtù del fatto che la minore importanza ha portato anche a una minore cura nella trattazione di questi frangenti. La sezione ritmica e, saltuariamente, le chitarre distorte, soffrono di una produzione non all’altezza degli strumenti sinfonici facendo si che il loro ruolo e la loro importanza venga ulteriormente sminuita. In più momenti, infatti, il metal appare solo come un “di più” che avrebbe fatto meglio a non esserci.
Tutto ciò è, però, compensato da una componente sinfonica che ha ben pochi confronti in ambito metal. Spesso il termine “musica classica” viene utilizzato per far comprendere più facilmente ai lettori verso quali stili si muovano certe composizioni. Quasi mai quelle composizioni sono, però, realmente considerabili come musica classica. Tra i pochi gruppi ad aver davvero fuso questi due generi così distanti tra loro vi sono gli Haggard, ora, indubbiamente, vi sono anche gli Inner Shrine.

Per concludere “Mediceo” è un disco strano, difficile, complesso. Un album che sembra essere il primo, netto, passo di un gruppo che vuole allontanarsi dal metal in maniera definitiva per dirigersi verso la composizione di opere liriche e di musica classica. Per questo motivo potrebbe risultare estremamente ostico per buona parte degli ascoltatori, ma anche in grado di regalare, a quei pochi che avranno la costanza di scoprirlo fino in fondo, emozioni uniche.

Tracklist:
01 Fatum Iohanni
02 Confutatis
03 L’Elettrice Palatina
04 Cum Gloria
05 The Green Room
06 Il Magnifico
07 Enea
08 Odissea

Alex “Engash-Krul” Calvi

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