Recensione: Medusa
Altro giro, altra corsa ed altro duetto targato Frontiers. Questa volta i nomi tirati in ballo sono quelli di Tracii Guns, fondatore degli L.A.Guns (oltre che del primissimo nucleo dei Guns N’Roses) e Jack Russell, storico cantante dei Great White fino al 2010. Due figure che hanno quindi avuto un loro peso negli anni passati e che ora hanno unito le forze per questo nuovo lavoro. Ad affiancare i due storici artisti troviamo Johnny Martin al basso e Shane Fitzgibbon alla batteria, entrambi provenienti dall’universo L.A. Guns. Chiude il cerchio infine il polistrumentista e produttore Alessandro Del Vecchio. Nonostante la presenza di Martin e Fitzgibbon, è bene specificare che questo progetto non sembra l’anticamera di una nuova singolar tenzone fra Tracii Guns e Phill Lewis come quello che li vedeva fronteggiarsi ognuno con la sua versione degli L.A.Guns anni addietro (qualche pettegolo lo starà già insinuando).
Questo disco, intitolato Medusa, pare essere nato come una collaborazione tra Russell e Guns in cui far confluire le rispettive esperienze musicali. Infatti, come spiegato nelle note di accompagnamento a questa nuova pubblicazione, la stessa sarebbe stata animata da una sorta di un filo conduttore. Un’idea con cui realizzare una serie di canzoni che attingono dal potere del blues e dall’energia delle radici rock di Jack e Tracii. Proprio Jack Russell ha detto in merito a questo nuovo progetto artistico: “È stato fantastico lavorare con Tracii! Inizialmente, avevo le mie riserve sulla realizzazione di questo disco, ma alla fine è stato uno spasso. Suonerò con Tracii in qualsiasi momento!” “Medusa” è un album che mette in mostra l’ispirazione artistica e l’impegno per il rock’n’roll di due straordinarie rock star degli anni ’80 e ’90.”
Le danze si aprono con il rock dalle sfumature blues di Next In Line, un brano vivace scandito da ritmi decisi e chitarre sporche. Più diretta invece la seguente Tell Me Why, una canzone energica con una certa attitudine stradaiola. Un pezzo che funziona con un Russell in ottima forma tanto da ricordare, a tratti, il Vince Neil dei tempi d’oro.
Un inizio scoppiettante che dirada gli eventuali dubbi attorno a questo progetto.
Si continuano a percorrere i sentieri dell’hard rock con Coming Down. Where I Belong e For You sono un’accoppiata di hard n’blues del suono caldo e sanguigno. Ancora hard rock stradaiolo con Give Me The Night, resa ancora più accattivante delle melodie orecchiabili studiate da Russell. Arriva la ballata di turno con Living A Lie, che con semplicità, riesce a farsi apprezzare. Si sente che Russell e Guns hanno trovato fin da subito una buona sintonia. I pezzi fin qui ascoltati funzionano e fra i vari musicisti pare esserci la giusta intesa tale da permettere a Medusa di girare con i giusti meccanismi fin dalle prime note.
Il riff iniziale, diretto e semplice di In And Out Of Love può far erroneamente presumere ad una party song. Si tratta invece di un hard rock più maturo e ragionato. Un piccola variante (ma non di molto) rispetto a quanto ascoltato finora con cui i nostri spezzano un po’ la routine. Russell e Guns d’altronde sono ormai due musicisti navigati e sanno come scrivere canzoni.
Con la title track Medusa ci imbattiamo in una semi ballad dove Tracii e Jack si cimentano ancora in un rock dai toni maturi.
Per Back Into Your Arms Again viene spolverata la carta del brano easy listening mentre con I Want You, l’album si conclude così come si era cominciato. Un hard rock ruvido e polveroso come una strada sterrata di periferia.
Un disco semplice e convincente Medusa, come del resto deve essere semplice il rock n’roll di cui i nostri sono fieri esponenti. Un lavoro spontaneo, che diverte e con cui gli stessi Tracii Guns e Jack Russell paiono divertirsi a loro volta. Un tuffo nelle sonorità soleggiate della California anni 80 che non sanno mai di nostalgico e di cui anche oggi abbiamo parecchio bisogno.