Recensione: Medusas Coil
Gli Highlord sono arrivati al traguardo del quarto platter ufficiale, la band è senza dubbio una delle migliori creature nate dalla scena power di Torino e ha saputo negli anni evolvere uno stile personale che partendo dal power metal melodico del debutto “Heir of power” è stato raffinato attraverso “When the aurora falls” e “Breath of eternity” fino a questo “Medusa’s coil”.
La carriera degli Highlord può essere divisa in due periodi, la dipartita del primo cantante Vescè e l’arrivo di Andrea Marchisio dei Desdemona hanno segnato un importante svolta nel sound della band piemontese che col precedente “Breath of eternity” aveva dimostrato una volontà evolutiva innegabile. Gli Highlord hanno lasciato le fila della nostrana Northwind Records per entrare nel rooster della spagnola Arise Records. La scelta della band non ha comunque infranto la tradizione degli Highlord e come in passato i nostri cinque hanno registrato ai New Sin Studios di Luigi Stefanini. Sotto il profilo compositivo questo “Medusa’s coil” è un lavoro piuttosto ambizioso ed eleborato, la band sembra aver lasciato le fruibili strutture melodiche del passato abbracciando soluzioni molto più complesse e convincenti. Il songwriting del nuovo disco spazia tra ritmiche poderose, cambi di tempo improvvisi e ottime linee vocali che ormai sono un vero marchio di fabbrica dell’ottimo Andrea Marchisio. Non posso scrivere di una svolta progressive nel sound degli Highlord ma senza dubbio questo nuovo “Medusa’s coil” è il loro disco più prog oriented e credo che piacerà molto agli amanti di gruppi power prog come i Symphony X. Nel nuovo disco gli Highlord hanno puntato su un suono di chitarra più energico e oscuro rispetto al passato, le tastiere in generale sembrano meglio amalgamate nell’ensamble del gruppo e risultano più efficaci.
Il platter è introdotto dalla ottima title track che subito mostra nettamente una maturazione compositiva innegabile in seno al gruppo. Il pezzo possiede un rifferama aggressivo e coinvolgente per poi esplodere in ottimi spunti melodici affidate al bravissimo Marchisio. Più elaborata e progressiva “Far from the light of God” spinge maggiormente su soluzioni complesse e cambievoli, qui la sezione ritmica è molto sviluppata e intelligente, probabilmente siamo di fronte al miglior pezzo del disco. La successiva “Scarlet tears” si dimostra molto elegante grazie a un impiego raffinato delle tastiere e un ottimo lavoro di chitarre ritmiche. Il dinamismo spiccato di “Dancing with destiny” riporta gli Highlord verso canoni marcatamente power anche se il pezzo non rientra nel trend melodico imperante nella scena odierna. La slow tempo “Where my hero lies” si dimostra meno efficace, gli Highlord calcano le strade percorse dai Savatage degli anni di “Edge of thorns” ma l’altisonante paragone è esagerato nei confronti dei nostri piemontesi. Molto bella “Moonseas” che rimanda alla composizioni ambiziose del secondo “When the aurora falls” ma aggiunge una bravura compositiva davvero migliorata rispetto al passato. Non mi è piaciuta per nulla “Your story too” che non c’entra nulla col disco muovendosi su canoni hard rock che non appartengono al sound del gruppo. La conclusiva “The hand of God” è una ambiziosa suite dove gli Highlord riassumono le caratteristiche sonore del nuovo disco, troviamo anche un bel duetto tra Marchisio e la brava Elisa Iacopini. Il pezzo spazia attraverso varie soluzioni, dal power al prog ritmico, portando gli Highlord a livelli compositivi davvero molto alti.
Credo che i sostenitori della band piemontese saranno contenti di sentire un platter come “Medusa’s coil”, ci troviamo di fronte a un disco maturo che mostra la crescita artistica della band. Peccato per un paio di pezzi andati a vuoto perchè in generale la caratura artistica di questo platter è molto alta, bravi.
1. Medusa’s Coil 06:34
2. Far From The Light Of God 05:19
3. Dancing With Destiny 06:29
4. Scarlet Tears 07:03
5. Where My Hero Lies 05:04
6. Moonseas 06:19
7. Your Story Too 06:37
8. The Hand of God 08:45