Recensione: Meet The Man

Di Francesco Prussi - 14 Aprile 2005 - 0:00
Meet The Man
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Anno: 2004
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80

Dopo una decade dal suo primo album solista, James Christian, rientra sulle scene con un lavoro d’alto livello che in parte mi ripaga della cocente delusione subita dal come-back discografico della band madre degli hard-rockers Americani House Of Lords. Meet The Man, questo il titolo, è un classico prodotto figlio di quel Class Metal de-luxe che vent’anni fa imperversava nelle classifiche di tutto il mondo. Brani concepiti per soddisfare quelli che al rock chiedono volume, suoni sontuosi e grandi melodie adatte per essere cantate a squarciagola nelle grandi arene. Certo quei giorni sono finiti, ma non la musica a testimonianza che il rock quello vero non è morto. Penso che il gran pregio di questo lavoro sia il guardare al passato, ma senza dimenticare di tenere i piedi ben saldi nel presente.

Non ho trovato un brano debole in tutto il cd, sin dall’opener After The Love Has Gone, una song che vive di un riffing potente e trascinante, sostenuta da un gran ritornello che dal vivo sicuramente farebbe sfracelli. Non è da meno la seconda traccia, Know You In The Dark, con il riff portante di chitarra che mi ricorda un po’ il Bon Jovi d’annata, ma poi il tutto si sviluppa in un brano dall’ampio respiro per via di un arrangiamento fatto ad arte per valorizzare la forma della canzone, senza eccedere in virtuosismi o modernismi vari. Grandi melodie caratterizzano la bella ballad Surrender Your Love interpretata con particolare enfasi da un Christian in forma splendida. Continuiamo nell’ascolto con le atmosfere dello splendido Sahara che rivivono nella torrida e cadenzata Meet The Man. Segue l’ispirata End Of Time un’altra ballad bella sostenuta e dotata di un ritornello orecchiabile (da segnalare l’ottima prova di Rob Vanni). Atmosfere soffuse caratterizzano l’intro di Love Looked Into My Life, un mid-tempo accattivante che mi riporta indietro di vent’anni. Cambi di tempo e un ritornello trascinante caratterizzano Leave Well Enough Alone che ci conduce alla frizzante Strong Enough, dove compaiono anche cori femminili. Segue You Should Be Blue, molto melodica ma sempre sostenuta da un bel chitarrone rock. Degna di menzione è anche la seguente Circle Of Tears, alimentata da riff molto duri ma che conserva sempre quel tipico impatto melodico dettato dalle linee vocali del buon Christian: esalta maggiormente il tutto un’altra dimostrazione di classe del chitarrista. Giungiamo così al finale del disco, che vede nella sensuale ballad Hold Back The Night la degna conclusione di un lavoro a dir poco eccellente.

Concludendo posso tranquillamente affermare che il disco è validissimo, alla luce di una produzione soddisfacente e brani di sicura presa suonati da musicisti di tutto valore, ma la conferma più grande naturalmente viene dal singer che offre una prova di classe d’assoluta qualità come solo i grandi sanno fare.

 

  1. After the Love Has Gone
  2. Know You in the Dark
  3. Surrender Your Love
  4. Meet the Man
  5. End of Time
  6. Love Looked into My Life
  7. Leave Well Enough Alone
  8. Strong Enough
  9. You Should Be Blue
  10. Circle of Tears
  11. Hold Back the Night

 

 

 

 

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