Recensione: Megalomanium
Nessuna sorpresa, sono gli Eclipse.
Assurdamente quasi annoiano nell’essere così perfetti ogni volta. Quasi banali nel tirar fuori di continuo dischi di livello qualitativo elevatissimo. Al punto che ci si stupirebbe del contrario: un passo falso da parte loro farebbe davvero notizia.
Invece no. Sono perfidamente precisi e viaggiano col pilota automatico.
I loro sono album che si ascoltano con piacere sin da subito ed in cui, una volta tanto, non c’è da capire nulla. Non c’è bisogno di lasciar sedimentare, metabolizzare, sezionare, scoprire o ascoltare più volte per familiarizzare.
Tutto alla luce del sole, facile da assorbire al primo giro e immediatamente convincente. Piace, subito, senza troppe paranoie.
Canzoni sempre accattivanti, con ritornelli che colpiscono al volo. Non si perde tempo: anzi con “Megalomanium” l’immediatezza diventa quasi un fattore essenziale. Meno minutaggio (non si arriva nemmeno a quaranta minuti di durata) e la sensazione che ogni cosa sia al posto giusto al primo passaggio nel lettore.
Vogliono il pubblico “grosso” Mårtensson ed i suoi sodali. Lo si comprende in pochi istanti, lasciando scorrere i pezzi di un cd che ha tutta l’aria di poter piacere a molti. Al navigato esperto di cose rock, così come al disattento ascoltatore occasionale. Il tutto fatto con naturalezza. Ma soprattutto qualità.
Qualità nella composizione, nella scelta dei suoni, nel taglio dei ritornelli. Nello stile di un hard rock che si è raffinato sempre di più pur mantenendosi ricco di buone idee. Non scontato. Eppure “facile” ed accattivante.
Non sorprendono più nell’alto livello raggiunto al punto da rendere quasi difficile mettersi a rovistare nel vocabolario per trovare qualcosa di sensato da dire al loro riguardo.
Esatto: son bravi, fanno musica molto bella ed i loro dischi non deludono. Sono una garanzia puntuale e rigorosa.
Una sicurezza come poche ne sono rimaste.
E per noi basta arrivare sino a qui: definendo “Megalomanium” l’ennesimo pezzo da novanta di una band che non ha praticamente mai sbagliato nulla.
Il resto sarebbero parole letteralmente spese a vanvera, inventate per girare attorno all’unico dato di fatto che è utile rimarcare.
Si dovesse scegliere un solo cd da acquistare in tutto l’anno – nonostante di roba bella sinora ne sia uscita davvero parecchia – si potrebbe puntare lisci ed in scioltezza sugli Eclipse.
Tanto non si sbaglia mai…
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