Recensione: Melancholia

Di Tiziano Marasco - 6 Novembre 2012 - 0:00
Melancholia
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
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72

Non confondeteli con i Mourning september, che poco spazio troverebbero su queste pagine, questi sono i September mourning, band gothic metal americana che a maggio 2012 ha dato alle stampe il debut album omonimo per l’etichetta tedesca Repo records. i September Mourning sono una creatura strana. Anzitutto perché poche sono le band gothic a cimentarsi con un patrimonio musicalmente progressive come il concept album. In secondo luogo perché, in taluni episodi più che in altri, la dicitura gothic va stretta agli americani, e non poco. Il concept riguarda una strana ragazza, September Mourning appunto, che veicola le persone dalla vita alla morte. Alla base di questa idea non c’è solo la musica ma anche una forte componente scenica.
Si tratta basilarmente di un trio composto da Emily Lazare (che potrebbe essere anche una strappona, non fosse che il quantitativo di trucco induca a ritenerla una statua di cera con decorazioni in china), oltre che dai chitarristi Chris Egert e James Duran. La proposta offertaci è una musica sì di facile ascolto, ma al contempo assai varia e contaminata, in cui il gothic più melodico di band come Evanescence e Theater of tragedy del nuovo millennio incontrano l’industrial dei Nine Inch Nails e, a sprazzi, il death degli Arch Enemy.   

Sicché il miscuglio risulta assai originale e il prevalere ora dell’una ora dell’altra influenza fa si che le dieci brevi canzoni siano diverse l’una dall’altra, sebbene dotate di una forte identità comune. Vengono fuori dunque due pezzi feroci come Go for the throat e A place call your own, decisamente pestate ed in cui la cantante intreccia amabilmente uno scream un po’ Zac De La Rocha e un po’ Angela Gossow ad un cantato classicamente gothic, con un effetto di pesantezza e facile ascolto davvero impressionante.  

Subito dopo arriva Always, un pezzo che ricorda per cantato e per tastiere la teatralità dei Tristania degli inizi in chiave elettronica e senza growl, mentre Fallen (santissima pazienza), sterza di nuovo verso gli Evanescence e li incattivisce nella giusta misura. Love is war riesce a cambiare le carte in tavola innumerevoli volte nel giro di tre minuti, tra giri death melodici e un ritornello preso da Assembly, salvo poi perdersi ancora in suoni sintetici, mentre Lost angels sembra scritta da Madonna. Crimson Skies è l’immancabile gothic ballad, ancora una volta reinterpretata in chiave industrial (se si può immaginare tale connubio). Seal your life ci riporta alle prime due tracce, mentre l’incedere lento della conclusiva Last embrace ci conduce ancora una volta ad Assembly.  

Che dire, al primo colpo i September mourning riescono a centrare una quadratura del cerchio che i più consideravano ormai impossibile. Riescono infatti a mantenere intatte le accattivanti melodie del female fronted goth metal, pur tuttavia lo svecchiano e gli danno una veste nuova. Se queste sono le premesse, speriamo che il trio continui a lungo su questa via.    

Formazione:
Emily Lazar, lead vocalist
Chris Egert, guitars, programming
James Duran, guitars

Tracklist:
01 Go for the throat
02 A place to call your own
03 Always
04 Fallen
05 Love is war
06 Lost angels
07 Crimson skies
08 Seal your fate
09 Beyond the grave
10 Last embrace

Tiziano “Vlkodlak” Marasco

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