Recensione: Memorandum
Terzo album per i tedeschi Lacrimas Profundere e, diciamolo subito, probabilmente il loro miglior disco tra quelli pubblicati finora.
Guardando questo cd da una prospettiva distaccata possiamo dire che è l’ultimo platter della band prima che inizi il cambio di sound. Cambiamento che avrà i propri semi piantati nel successivo Burning: a Wish e giungerà a definitiva maturazione in Fall, I Will Follow. Ci troviamo quindi di fronte a un album che è ancora nello stile di gothic-doom che contraddistingueva i primi lavori dei Lacrimas Profundere e che raggiunge qui il suo apice.
Memorandum si apre con dei soffi di vento e una chitarra acustica che poi introducono poco a poco gli altri strumenti: chitarre elettriche, basso, batteria e un cantato sussurrato, quasi sottovoce, che oltretutto è talmente breve da fare di questa canzone quasi un brano prettamente strumentale.
Praticamente attaccata alla prima è Helplessness, una song grazie alla quale cominciamo subito ad entrare in contatto con tutte le caratteristiche della musica dei Lacrimas Profundere. Una voce che si alterna efficacemente tra voce pulita e growl, ma senza disdegnare qualche passaggio intermedio più o meno aggressivo. Ritmi lenti e ossessivi in pieno stile doom ma non fossilizzati, in grado di cambiare repentinamente per passare a momenti quasi black e ad altri in cui a farla da padrone è solo una chitarra acustica, oppure un pianoforte o un’arpa.
Da quest’ultimo punto di vista è sicuramente molto rappresentativa una canzone come Black Swans, la voce del cantante rimane quasi sempre nei toni di un growl molto profondo, ma l’accompagnamento degli archi, del pianoforte e dei cori femminili, tessono una melodia lenta e soffusa, che sembra addolcire anche il cantato così ruvido di Schmidt.
Il mio brano preferito nel novero di questo Memorandum è però la successiva Reminiscense, un inizio lento di chitarra ci porta verso un brano veloce e pestato, ma al contempo melodico. Probabilmente è la mia song preferita anche perchè, a parte lo stacco di pianoforte centrale, è una traccia molto orientata al black sinfonico con feroci accellerazioni di chitarre e batteria accompagnate dalla tastiera.
Notevole anche la sesta traccia, The Crown of Living, con una ottima prova e toccante prova della vocalist femminile nella parte centrale del brano che ha ampio spazio per mostrare le sue doti canore di ugola lirica senza limitarsi ai cori come nella maggior parte degli altri casi.
Sono queste le caratteristiche principali del sound della band, la capacità di variare con grande facilità la propria proposta musicale, il proprio sound, senza per questo però tradire lo spirito che accompagna ogni composizione. A pervadere tutto l’album è un’atmosfera più o meno cupa, ma principalmente triste, che sembra essere una ideale colonna sonora per alcuni di quei momenti in cui desideriamo solo rimanere soli con noi stessi.
In conclusione personalmente ritengo che con questo album i Lacrimas Profundere abbiano raggiunto per il momento il proprio apice compositivo. Si tratta di un gruppo che deve molto a band come i My Dying Bride o i primi Anathema, infatti è innegabile una ispirazione più o meno diretta da parte dei tedeschi alle due band appena citate. Nonostante questo, la loro proposta risulta fresca e interessante, inoltre l’estrema versatilità del gruppo è sicuramente un punto a loro favore che permette a questo album di non suonare piatto o banale e di andare a pescare tra generi e sound molto diversi tra loro. Non si tratta forse di uno dei capolavori assoluti del genere gothic, titolo che detengono di diritto altri dischi che i Lacrimas Profundere mostrano di aver ascoltato attentamente, ma sicuramente è un album che gli amanti del genere apprezzeranno sicuramente e che ascolteranno molte volte prima di riuscire a stancarsene.
Tracklist:
01 Infinity
02 Helplessness
03 … and How to Drow in Your Arms
04 Black Swans
05 Reminiscence
06 The Crown of Leaving
07 All Your Radiance
08 The Embrace and the Eclipse
09 The Fate of Equilibrium
Alex “Engash-Krul” Calvi