Recensione: Memoria Vetusta II: Dialogue with the Stars
È difficile, se non impossibile, racchiudere in poche parole la discografia dei Blut Aus Nord. Arrivati sulla scena black europea con un nome in tedesco approssimativo, da una scena che ai tempi non figliava grandi geni della musica estrema, hanno costruito nel sottobosco black metal una loro nicchia, un piccolo culto di seguaci che li ha visti evolversi di album in album, stravolgendo a ogni passaggio il proprio sound, scontentando ad ogni cambiamento una fascia di ascoltatori, ma creandosi anche la fama di vero e proprio collettivo artistico. Se nel biennio 1995/96 i nostri pubblicarono un paio di album sulla linea del black metal nordico di quegli anni, con l’apice in Memoria Vetusta I: Fathers of the Icy Age, e già allora capaci di attirare l’attenzione dei fan della scena, la svolta arrivò con The Work Which Transforms God, primo album a destrutturare completamente la loro musica inserendola di forza nel settore noise/BM, quello che vedeva all’opera già da tempo sperimentatori come Nordvargr e soci; linea continuata con MoRT, un album disturbante nel suo essere a tratti quasi inascoltabile, e solo parzialmente ritrattata con Odinist – The Destruction of Reason by Illumination, che li vedeva tornare alla “struttura canzone”, un archetipo rock (ebbene sì) che i Blut Aus Nord avevano voluto superare per un paio di dischi.
Anno 2009: è il momento di Memoria Vetusta II: Dialogue with the Stars, e se avete letto con attenzione il riepilogo qui sopra avrete già intuito da che parte hanno (nuovamente) svoltato i francesi. Non più noise e immaginario industriale, ma un ritorno a pieno titolo all’atmosfera bucolica, cosmica, enfatizzato tanto che in certi passaggi si perde completamente la nozione di “musica estrema”; e un uso della melodia chitarristica quasi imbarazzante a tratti, con lunghissimi passaggi strumentali volti a dipingere scenari spesso persino “luminosi”, in netto contrasto con quanto prodotto dai Blut negli ultimi anni. Difficile dire cosa sia scattato nella mente del terzetto, quello che è certo è che Memoria Vetusta II rappresenta un vero e proprio viaggio di un’ora verso un mondo lontano eppure concreto, familiare.
I paesaggi sono di nuovo quelli che Emperor, primi Satyricon e compagnia sacrilega ci hanno fatto conoscere: un cosmo sospeso tra leggende nordiche, foreste e aurore boreali, di cui tutta l’Europa (ma specialmente noi italiani, ovviamente affascinati da un mondo così lontano dal nostro, apparentemente) si è perdutamente innamorata ormai un quindicennio fa. Ma i Blut Aus Nord vanno oltre, pure troppo potremmo dire: il flusso di melodia creato da tastiere e chitarre è quasi dirompente, sovrastando la voce e le ritmiche e perdendosi in lunghi, lunghissimi momenti di strumentalismo puro. A volte un po’ fine a se stesso, e in questo risiede il limite dell’album: la prolissità è il peccato in cui i Blut Aus Nord indulgono più facilmente da quando esistono, del resto, sia essa rumore bianco o arpeggio di chitarra acustica…
Il rovescio della medaglia è comunque l’indubbio fascino delle loro composizioni: bisogna solo avere la pazienza di approfondire, magari selezionando mentalmente i passaggi davvero riusciti e considerando il resto trascurabile in funzione dell’immagine che si vuole avere in testa. Attacchi come quello di “Antithesis Of The Flesh”, a dispetto della produzione che rende la chitarra quasi un violino elettrico, restano, sedimentano, si fanno apprezzare.
Un album per chi ha pazienza, non per tutti; un album da condensare, approfondire, e ricondurre a un’epoca che non c’è più. E purtroppo, nonostante il risultato sia comunque buono, dobbiamo dire che si sente.
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
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Tracklist:
1. Acceptance (Aske) 01:30
2. Disciple’s Libration (Lost in the Nine Worlds) 09:07
3. The Cosmic Echoes of Non-Matter (Immaterial Voices of the Fathers) 06:30
4. Translucent Body of Air (Sutta Anapanasati) 02:24
5. The Formless Sphere (Beyond the Reason) 07:54
6. …the Meditant (Dialogue With the Stars) 10:14
7. The Alcove of Angels (Vipassana) 08:44
8. Antithesis of the Flesh (…and Then Arises a New Essence) 09:28
9. Elevation 04:11