Recensione: Memories
Ecco un altro gruppo che dimostra quanto sia difficile portare alla luce una presentazione significativa. Con tutta la sua buona volontà un altro gruppo italiano cade ingenuamente nella trappola del voler registrare al più presto e ad ogni costo qualcosa che porti il proprio nome, sacrificando tempo prezioso e fondamentale per l’evoluzione sonora di chiunque desideri farsi ricordare. Insomma questo lavoro non mi convince proprio per niente, mi riferisco ovviamente alla composizione dei pezzi ma in particolare alla registrazione dei singoli strumenti, anche se sotto accusa non mancherebbe lo stesso impatto sonoro che troppo spesso rende l’ascolto fiacco e blando. L’incisione manca del mordente dovuto ad occasioni come queste, il metodo di stesura è decisamente scarno, ma procediamo per ordine: la voce di Alessandro Briganti non entusiasma a causa del basso grado di intenzionalità ma mi rendo conto che sia stata gravemente penalizzata dalla registrazione, le due chitarre di Filippo Bendinelli e Raffaello Terreni sembrano esagerare nel fare spesso perno su riff accattivanti che però non possono gestire le sorti di un intero brano, l’insufficienza della sezione melodica è in qualche modo attenuata dal basso elettrico di Emiliano D’Alessio ma la batteria di Luca Lembo costituisce forse il punto più basso del gruppo: prima di tutto il suono della batteria è pessimo, quasi ovattato nel rullante e stridulo nei piatti, ma cosa peggiore è l’estrema ripetitività di questo batterista nell’accompagnare ogni traccia qui presente.
Alessandro Briganti – Vocals
Filippo Bendinelli – Guitars
Raffaello Terreni – Guitars
Emiliano D’Alessio – Bass
Luca Lembo – Drum
Insomma se ogni brano non lasciasse intravedere idee chiare mal realizzate oltre ad essere davvero poco incisivo bisognerebbe mettersi le mani nei capelli, tuttavia come ho detto nelle prime righe questi ragazzi hanno talento da vendere e non sarà certo una dimostrazione di forza poco riuscita a fermare la loro corsa. Attenzione alla prossima produzione: il suono risulta spesso imbottigliato, quasi un miscuglio poco chiaro di chitarre e sezione ritmica che sicuramente suggerisce al gruppo di sistemare come prima cosa il rapporto tra i diversi strumenti nel metodo di stesura dei pezzi. Buona fortuna!
Andrea’Onirica’Perdichizzi
TrackList:
01. Frozen
02. Black Sun
03. Doomed
04. Inside The Room Of My Heart
05. Crying Blood