Recensione: Memories of a Time to Come
Qualcuno ha idea di quante band metal esistano al mondo? Provo a suggerirvelo io: tra professionisti e semi-professionisti, nel 2011 pare si sia superata quota 80000. Se tra queste 80000 c’é una band da cui non mi sarei aspettato un best of, quella band sono i Blind Guardian. Cosa gli sará mai saltato in mente? La risposta é purtroppo quella che molto spesso capita di ascoltare: una richiesta dell’etichetta. Siamo ascoltatori e appassionati fin troppo navigati per parafrasare erroneamente quello che “richiesta” vuol dire per un musicista che non fatturi un netto a otto zeri ogni anno. Non a caso ‘Memories of a Time to Come’ esce su EMI/Virgin (etichetta su cui i Blind Guardian pubblicarono diversi dei loro album durante gli anni ’90) e probabilmente arriva a chiudere il conto della band di Krefeld con la vecchia scuderia.
Sedici brani che i nostri hanno fortunatamente evitato di copiare e incollare dai master dei vecchi dischi, col minimo sforzo, provando invece a realizzare qualcosa che aggiungesse valore per l’ascoltatore. Due cd piú un terzo riservato ai fortunati possessori dell’altisonante deluxe limited edition (neanche stessimo prenotando una stanza al Four Seasons) contenente il materiale dei demo con cui i guardiani si fecero strada negli anni ’80, piú un manipolo di altre tracce d’annata probabilmente scelte utilizzando metodi assolutamente casuali, visto che Tommyknockers e Ashes to Ashes sono preferite a Lord of the Rings e Journey Through the Dark.
Sedici pezzi che racchiudono, senza la minima ombra di dubbio, tra le cose migliori che la musica abbia elargito ai posteri negli ultimi venti anni. Parliamo di una raccolta che si apre con Imaginations from the Other Side e Nightfall – per quanto mi riguarda qui potremmo anche fare i bagagli e chiudere bottega perche meglio di cosí, semplicemente non si puó. Eppure, etichetta o no, capolavori o meno, purtroppo a me l’idea di questo best of non va completamente a genio. Non va a genio perché esistono due inconvenienti insormontabili nel realizzare un’operazione del genere.
Il primo é la selezione dei brani: non esiste modo, almeno su questa terra a tre dimensioni, di condensare in un’unica uscita alcunché che sia rappresentativo in maniera esaustiva di quello che Hansi e soci hanno dato alla luce da ‘Battalions Of Fear’ a oggi. Fermiamoci per un momento e diciamo, per assurdo, che la scaletta fosse completamente differente e per esempio presentasse questa ossatura: Into the Storm e Time Stands Still (at the Iron Hill) da Nightfall in Middle-Earth, Born in a Mourning Hall e And the Story Ends da Imaginations from the Other Side, Journey through the Dark e The Quest for Tanelorn da Somewhere far Beyond, Battlefield e The Soulforged da A Night at the Opera, Lost in the Twilight Hall e Lord of the Rings da Tales from the Twilight Hall. Sarebbe davvero cosí sconvolgente? Secondo me non piú che lasciare fuori da questo best of Lord of the Rings e Time Stands Still.
Il secondo é una di quelle peculiaritá distintive che divide la musica di qualitá dalla produzione dozzinale per il consumo usa e getta di massa: saró anche un purista ma canzoni come quelle dei Blind Guardian sono fatte per rimanere al loro posto ed essere godute nel loro ambiente e contesto originale. A Bright Eyes ci si arriva passando da Born in a Mourning Hall, e per proseguire verso Another Holy War. Mirror Mirror é il racconto della fondazione di Gondolin, é il capitolo di una storia, non é un successo su cui doppio-cliccare per andare a rimpinguare x-mila megabyte di musica che nessuno ascolterá mai per davvero, con la dovuta attenzione e passione. Ulmo non stava passando di lí per caso, e possa il signore delle acque inondarvi il disco fisso se trattate questa musica alla stregua delle hit di Mtv.
Alea iacta est, come scrisse Gaio Suetonio Tranquillo, quindi vediamo in che modo possiamo godere di ‘Memories of a Time to Come’, che ora é qui di fronte a noi e ignorare sbattendo i piedi “perche i best of rovinano la musica” sarebbe un crimine ben piú grave che pubblicare una raccolta, in questo caso. Dopotutto sono nuove versioni e non un puzzle di materiale giá publicato e accessibile nella stessa identica forma.
Ricordi di un tempo che verrá, ovvero un pellegrinaggio attraverso una cittá fantastica innalzata nella terra della fantasia, dove gli edifici di questi architetti musicali dal gusto unico aprono alcune delle loro porte a nuovi e vecchi visitatori. È un viaggio di grande interesse e di altrettanto piacere, se fatto con la proverbiale cognizione di causa, se compreso. Se conoscete la discografia dei bardi come le vostre tasche, allora gettatevi su ‘Memories of a Time to Come’ e godetevi le nuove voci di The Last Candle, assaporate la profonditá di Nightfall rimasterizzata e l’eco delle urla di Fëanor che attraverso l’ugola del buon Kursch rinnova la sua sfida ai Valar. Fatevi strada nel nuovo bridge di Valhalla che fu un tempo di Mr. Kai Michael Hansen, cogliete gli archi e le nuove line vocali di And Then There Was Silence. E perché no, ascoltatevi con curiositá la terza versione di The Bard’s Song (In the Forest), anche se l’originale e giá perfetta cosí come fu composta nel lontano 1992. Soddisfate la vostra curiositá con The Hobbit versione 2012 e zampettate allegramente sulle musiche da fiera di una Majesty che piú di 20anni dopo si ripresenta in pompa magna con rinnovata potenza e vigore.
Altrimenti, perché vorreste mai guardare solo una scena di un film, leggere soltanto un capitolo di un libro o arrivare a teatro a metá del secondo atto? La qualitá della musica che é contenuta in questo disco é qualcosa che trascende l’ordinario e non serve che io vi racconti quanta storia si dipani tra i disegni melodici di una serie di capolavori piú unici che rari. Il mio compito e il mio intento sono semplicemente quelli di mettervi in guardia su quale sia il modo migliore – almeno al modesto parere di chi scrive – per approcciare un’uscita che apre un passaggio su sprazzi di un mondo parallelo, piuttosto che regalarvi la possibilitá di prendere posto su un seggio ed esaminare un quadro nella sua completezza. Specialmente perché, a conti fatti, le originali restano le originali.
Purtroppo non ci saranno le sfingi della Porta del Grande Enigma a fulminarvi all’ingresso di ‘Memories of a Time to Come’, doveste provare a varcarne la soglia con l’attitudine sbagliata… ma proprio come insegna il libro di Michael Ende, la fantasia non ha confini perché è fatta di sogni: non compromettete la possibilitá di sognare per davvero arrivando a questa raccolta prima di aver fatto vostro ogni secondo di quelle numerose meraviglie che costellano il sentiero del Guardiano Cieco.
Che la storia continui, verso quel tempo che verrá, di cui oggi sará ancora una volta solo un ricordo.
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini
Cd1
01. Imaginations from the Other Side (7:11) *
02. Nightfall (5:34) *
03. Ride into Obsession (4:46) *
04. Somewhere Far Beyond (7:32) *
05. Majesty (7:29) *
06. Traveler in Time (6:01) *
07. Follow the Blind (7:11) *
08. The Last Candle (6:03) *
Cd2
01. Sacred Worlds (9:17)
02. This Will Never End (5:07) *
03. Valhalla (5:13) **
04. Bright Eyes (5:15) *
05. Mirror Mirror (5:09) *
06. The Bard’s Song (In the Forest) (3:26) *
07. The Bard’s Song (The Hobbit) (3:41) **
08. And Then There Was Silence (14:06) **
Cd 3 (in esclusiva con la deluxe limited edition)
01. Brian ***
02. Halloween (The Wizard’s Crown) ***
03. Lucifer’s Heritage ***
04. Symphonies of Doom ***
05. Dead of the Night ***
06. Majesty
07. Trial by the Archon
08. Battalions of Fear
09. Run for the Night
10. Lost in the Twilight Hall
11. Tommyknockers
12. Ashes to Ashes
13. Time What is Time
14. A Past and Future Secret
15. The Script for My Requiem
* Remixed 2011
** Re-recorded 2011
*** Re-worked 2011