Recensione: Memories Of War

Di Orso Comellini - 16 Agosto 2011 - 0:00
Memories Of War
Band: Red Front
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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66

“Memories Of War” è il debutto dei brasiliani Red Front. Un album che ci presenta un gruppo di adolescenti (o poco più) intenzionato a esprimere tutto la propria grinta e la rabbia giovanile attraverso un canale quantomeno appropriato come il thrash metal, con un’attitudine per certi versi simile all’hardcore (non solo per la cresta del frontman). Un ‘disagio’ derivante da una realtà molto eterogenea e contraddittoria come quella dell’esteso Stato brasiliano e, in questo particolare caso, della tentacolare San Paolo (nella quale si passa da imponenti grattacieli ad aree depresse come le favelas, passando per vasti bacini industriali).
Un Paese con un tessuto sociale ancora caratterizzato da forti disparità nonostante la recente crescita economica, che però – anche se forse sarebbe meglio dire: «di conseguenza» – ha dato i natali ai vari Attomica, Dorsal Atlântica, Korzus, Ratos De Porão, Sarcófago e così via fino ai ben più blasonati Sepultura.
È proprio sulla falsariga delle band citate che il combo paulista muove i primi passi, miscelando il tutto con un pizzico di thrash teutonico. Una proposta musicale leggermente acerba ma d’altra parte spontanea e sicuramente energica e uno stile a metà strada (anche per quanto riguarda i suoni) tra anni novanta e nuovo millennio.

I Red Front si formano nel 2006, ma bisogna attendere quattro anni prima di poter ascoltare del materiale registrato su disco ottico e cioè un demo self-titled (2010) distribuito gratuitamente, contenente quattro tracce che, riprese sul finire dello stesso anno, finiscono anche sul presente full-length. Anche questa volta il materiale è interamente autoprodotto, ma per fortuna ciò non inficia il risultato finale. La produzione, infatti, è buona pur non essendo professionale, ruvida e potente ma non ultra compressa – come alcune produzioni odierne – e tutto sommato i singoli strumenti sono ben distinguibili (basso pulsante di Marq compreso). La copertina e il libretto non sono stati trascurati, con tanto di testi e varie fotografie. Troviamo poi in questa edizione una bonus track (“Metalsplash”) e il videoclip di “Circle Of Hate” che può lontanamente ricordare quello di “Dittohead” degli Slayer (altra immancabile fonte d’ispirazione). Le dieci canzoni (più il bellicoso intro “Welcome To Chaos”) contenute su “Memories Of War”, per un totale di circa quaranta minuti, non lasciano il tempo di annoiare (e in alcuni frangenti vi faranno anche ‘scapocciare’) per merito di una certa varietà negli arrangiamenti. A questo contribuisce la valida prova di Léo, abile a combinare un cantato rabbioso e acido con un tono cavernoso in stile Max Cavalera, perdendo perciò qualcosa in personalità.

Dopo le urla e le sirene introduttive, l’assalto della title-track è travolgente, soprattutto la parte centrale (prima del solo) è da pogo assicurato in sede live, così come la malsana “Killer” e la tirata “Just A Game”, scritte apposta per accendere la miccia agli show. Mentre “Disaster” (dedicata alle duecento vittime del volo TAM 3054, Porto Alegre/San Paolo nel 2007), l’ossessiva “Institutions Down” e “Circle Of Hate” con i loro ripetuti cori urlati, si fanno apprezzare per la vena hardcore che le contraddistingue: riff scarni e duri senza l’uso sistematico del palm-muting e refrain diretti e di facile presa, ma mai stucchevolmente melodici. Molto coinvolgenti anche “Get Out Here”, per la bruciante accelerazione a due terzi di canzone dopo una parte iniziale cadenzata e ‘grooveggiante’, e “Metalsplash”: un breve attacco frontale. Un po’ più particolare “Self Flagellation”, insolitamente quasi doom, che per certi versi rimanda ai Sepultura di “Chaos A.D.” anche per i temi affrontati, ovviamente in una veste molto meno matura ed elaborata ma apprezzabile. Il brano più interessante ad ogni modo è posto sul finire dell’album e cioè “Born To Death”. Dopo una complessa parte iniziale, quasi ipnotica, le due asce partono all’attacco con affilati riff che creano una tensione palpabile e qui si fa notare Bradock uscendo per un attimo dalla logica del ‘tu-pa tu-pa’ a oltranza.  

Un buon debutto, quindi, “Memories Of War”: leggermente ingenuo ma onesto, che fa ben sperare per il proseguimento della carriera dei Red Front. Certo, riuscire a competere nel mercato internazionale non è di certo cosa facile e in futuro per riuscirci sarà necessario trovare un’etichetta che li finanzi, cercando magari di osare qualcosa in più in termini di personalità, che comunque s’incomincia a intravedere.  

Orso “Orso 80” Comellini
 

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Track-list:
1. Welcome To Chaos 1:02
2. Memories Of War 3:14
3. Disaster 4:10
4. Killer 4:13
5. Institutions Down 3:39
6. Just A Game 4:07
7. Circle Of Hate 3:11
8. Get Out Here 4:40
9. Self Flagellation 4:58
10. Born To Death 5:14
11. Metalsplash 3:22  

All tracks 42 min.  

Bonus:
Video clip – Circle Of Hate  

Line-up:
Léo – Vocals
Oscar – Guitar
Marcelo – Guitar
Marq – Bass
Bradock – Drums

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