Recensione: Mercury’s Down
Toby Hitchcock ė uno dei più apprezzati vocalist in ambito melodic rock: il singer americano, infatti, fu scelto non a caso dall’ex Survivor Jim Peterik quale cantante dei suoi portentosi Pride Of Lions, con i quali ha realizzato tre album in studio ed un live CD/DVD (un quarto full-length è atteso per l’anno che verrà).
In attesa dunque del nuovo album del duo Peterik/Hitchcock, Toby non ha si ė lasciato sfuggire la ghiotta occasione, a lui prospettata dal boss della label Frontiers Records, Serafino Perugino, di valorizzare con la sua voce – caratterizzata da una potenza, un’estensione ed un feeling tali da consentirgli di competere con il gotha dei frontmen in ambito melodic rock – un pugno di brani scritti ed arrangiati da un altro giovane leone dell’AOR contemporaneo. Stiamo parlando di Erik Martensson, autore, produttore e polistrumentista che ha regalato emozioni ai fans di tale genere musicale grazie ai suoi lavori con gli Eclipse ed i W.E.T..
Il risultato di tale promettente collaborazione ė decisamente all’altezza delle aspettative: “Mercury’s Down” ė, infatti, un eccellente lavoro di vibrante e scintillante rock melodico, certamente saturo di legittimi rimandi ai lavori dei più sopra richiamati progetti artistici dei due musicisti coinvolti, nel quale vengono esibite con orgoglio le doti vocali del titolare dell’opera, nonché una sopraffina capacità di songwriting ed un solido tessuto strumentale, soprattutto per quanto riguarda chitarre e tastiere.
È difficile, per il recensore, individuare le perle più lucenti di questo gioiello di album: non vi sono filler, una volta tanto, tra le tracce di “Mercury’s Down”.
Impossibile non citare, però, tanto per cominciare, “One Day I’ll Stop Loving You”, una spettacolare power ballad dall’atmosfera solenne e commovente, che in altri tempi avrebbe soprastato le classifiche almeno negli Stati Uniti, e che per molti anni non abbandonerà l’iPod del vostro recensore.
Ma anche tra i rockers corre l’obbligo di segnalare almeno l’ impetuosa opener “This Is The Moment” – sostenuto hard rock dalle suggestioni pomp, parecchio devoto ai Pride Of Lions, e caratterizzato da un’eccellente performance di tastiere – ma anche la successiva “Strong Enough”, dominata da armonie ancora più ariose e vincenti.
Erik Martensson dà il meglio di sé in qualità di axeman negli assolo e nei riff della grintosa e scattante “Just Say Goodbye”, nella frizzante (ma sempre ravvivata da un alto tasso di melodia) “If It’s To Be (It’s Up To Me)”, nonché nella title-track.
E tra diversi brani dalla ritmica più moderata e dai risvolti enfatici, solenni e talora drammatici, a volte dalle sfumature pomp (“How To Stop”), altre volte debitori nei confronti dei W.E.T. (“Let Go”), si staglia la bellissima “Summer Nights In Cabo”, canzone d’atmosfera, evocativa ed elaborata, ma sempre in un contesto grintoso ed elettrico.
“Mercury’s Down” è dunque una release imprescindibile per ogni appassionato di AOR che si rispetti, soprattutto – ovviamente- per chi abbia amato l’esordio dei W.E.T. e l’opera omnia dei Pride Of Lions.
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Tracklist:
01. This Is The Moment;
02. Strong Enough;
03. How To Stop;
04. Let Go;
05. One Day I’ll Stop Loving You;
06. I Should Have Said;
07. If It’s To Be (It’s Up To Me);
08. Just Say Goodbye;
09. Summer Nights In Cabo;
10. Tear Down The Barricades;
11. A Different Drum;
12. Mercury’s Down
Line Up:
Toby Hitchcock – Voce
Erik Martensson – Tutti gli strumenti