Recensione: Meredead

Di Alessandro Calvi - 18 Maggio 2011 - 0:00
Meredead
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Anno: 2011
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55

Tornano a farsi sentire i Leaves’ Eyes di Liv Cristine e di suo marito Alexander Krul. Per la formazione, sempre più transnazionale, si tratta del quarto studio album. Nuovo disco e, relativamente, nuovo sound che si va a discostare, almeno un po’, dai precedenti cd del gruppo. Soprattutto, però, nuovo concept: questa volta incentrato sulle sirene.

Come ormai ci hanno abituato da qualche tempo, prima con “Vinland Saga” e poi con “Njord”, i Leaves’ Eyes pescano a piene mani dalla tradizione folkloristica e mitico-mitologica della terra natia della propria vocalist di punta. Tutti conoscono le sirene, anche se il loro aspetto e le loro caratteristiche variano da una cultura all’altra. Se una metà, infatti, ha sempre avuto sembianze di donna, l’altra non è sempre appartenuta al mare. Senza andare a scomodare i miti siriani che le vedevano avere corpo di cavalli, nelle leggende greche e latine a noi più vicine, infatti, erano creature malvage, per metà uccelli, che attiravano i navigatori verso scogli su cui avrebbero fatto naufragio. Lo stesso Ulisse, ci racconta Omero, architettò un piano per riuscire ad udire il loro splendido e invincibile richiamo senza perdere la vita. Con la passare del tempo, però, le sirene, anche nella cultura della nostra penisola, si sono sempre più avvicinate all’immagine nordica. Prima sostituendo la propria metà d’uccello con una lunga coda da pesce (come ci ricorda il medievale Liber Monstrorum dove troviamo una prima descrizione in questo senso), poi giungendo a perdere quasi completamente i connotati malvagi. Chiaramente molto lo si deve alla fiaba di Hans Christian Andersen e ai vari adattamenti cinematografici che hanno sdoganato la sirenetta come personaggio dolce e puro. Proprio alla tradizione nord-europea si ispira il concept alla base di questo album. E in particolare i rimandi alla Norvegia, in questo “Meredead”, si fanno più evidenti del solito. Dimostrazione ne sono i frequenti passaggi di cantato in norvegese e la rielaborazione di ben due ballate tradizionali di quel paese come “Kråkevisa” e “Nystev”. Queste due canzoni popolari, però, non sono le uniche tracce “prese a prestito”, il singolo scelto come apripista, infatti, era nient’altro che la cover di “To France” di Mike Oldfield (che si conferma canzone piuttosto apprezzata dai metallari, essendo stata coverizzata, tra gli altri, anche dai Blind Guardian). Sotto il profilo musicale, poi, è evidente una sterzata verso la melodia. Di gothic in questo “Meredead” è rimasto poco e niente in favore di un ben più classico e canonico melodic-metal con voce femminile. Anche i duetti tra la voce delicata di Liv e quella in growl di suo marito son ridotti all’osso comparendo solo in un paio di sporadici momenti. Le chitarre hanno un ruolo più importante nel creare la melodia rispetto al passato e il songwriting sembra appoggiarvisi sopra in maniera marcata. I riff, però, non graffiano quanto dovrebbero e troppo spesso sia loro quanto gli altri strumenti risultano un mero accompagnamento per la sola voce di Liv. In generale sia la musica che la scelta delle canzoni da piazzare in scaletta sembrano mettere in luce un certo calo di ispirazione. Innegabile è, infatti, il dato che vede proprio le cover delle canzoni popolari norvegesi come i migliori pezzi del lotto. Segno che qualcosa di più si sarebbe potuto e dovuto fare in sede di songwriting.

Per concludere: il nuovo album dei Leaves’ Eyes risulta essere qualcosa di nuovo e al contempo di già sentito. Sicuramente “Meredead” segna un piccolo, seppur significativo, cambio di rotta nel genere proposto dal gruppo, discostandosi, forse definitivamente, dal gothic vero e proprio. Dall’altra parte il melodic-metal della band di Liv Cristine ha ben poco di originale e personale. La sola voce della propria singer, se non per pochi, non può essere elemento sufficiente per l’acquisto di un disco i cui brani migliori (e forse unici degni di nota) son tre cover.

Tracklist:
01 Spirits’ Masquerade
02 Étaín
03 Velvet Heart
04 Kråkevisa
05 To France (Mike Oldfield cover)
06 Meredead
07 Sigrlinn
08 Mine Tåror Er Ei Grimme
09 Empty Horizon
10 Veritas
11 Nystev
12 Tell-Tale Eyes
13 Sorhleod (bonus track)

Alex “Engash-Krul” Calvi

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