Recensione: Metal

Di Enzo - 26 Settembre 2004 - 0:00
Metal
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Anno: 2004
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50

E’ incredibile che una band come i “Messiah’s Kiss”, dopo averci regalato un disco assolutamente devastante capace di riportare in auge ed in trionfo l’Heavy Metal tedesco nel 2002, abbiano in soli due anni dimenticato i segreti dell’acciaio! Si, perchè la band di Mike Tirelli e company sembra proprio aver dimenticato come debba essere forgiato il vero Heavy Metal sound! Parliamoci chiaro, il precedente “Prayer for the Dying” fu una gradevolissima sorpresa, un fulmine metallico che irruppe nel mio studio direttamente scaturito dalla casse del mio impianto Technichs! Questo fulmine d’acciaio è diventato un lontano riflesso nel nuovo disco della band, “Metal”. Ed a brillare sono pochi episodi, pochi episodi che riescono, tuttavia, a far attestare il platter in questione leggermente al di sopra della madiocrità.
Pochi i brani degni di nota, tra i quali mi preme sottolineare la bella Believer, che, grazie al suo ottimo refrain accompagnato da un ottimo chorus, ci regala momenti di sano Heavy Metal di matrice teutonica. E risulta anche vincente lo spettaccolare mid-tempo intitolato magistramente Metal ‘till We Die unica e vera indiscussa hit del disco. La song si snoda accompagnata da un incandescente drumming unito a rasoiate metalliche potenti e solenni che accompagnano uno strepitoso refrain a dir poco eroico, la song, visto il suo incedere, poteva anche tranquillamente intitolarsi “Warriors of the World United pt2”, vista la sua incredibile somiglianza all’indiscussa hit manowariana. Perchè i Messiah’s Kiss non si sono mantenuti sulla linea musicale di questo mid tempo? Sono domande che non troveranno mai una precisa risposta, e così ci ritroviamo un disco composto per lo più da canzoni senza troppo mordente, scontate a tratti e, oltre ad essere difficilmente assimilabili risultano anche facilmente dimenticabili. Episodi quindi a tratti scontati come nella fast song Hell or Victory, a tratti addirittura noiosi come accade nella closer The Edge Of Eternity, o incredibilmente monotoni e privi di personalità come nella fiacca Angels! Ed a nulla valgono le buone prove offerte in Tears In The Rain, struggende ballad dai ritmi blandi ma alquanto innovativi, o in Fight of Fall vera rasoiata metallica intenta a ripercorrere un classico Heavy sound di matrice teutonica.
Che dire alla fine, ciò che mi aspettavo da questo disco era sicuramente un lavoro che bissasse lo spettacolare “Prayer For The Dying”, ma più che bissare il successo ottenuto con il debut album, i Messiah’s Kiss fanno un clamoroso passo indietro, immettendo sul mercato un disco povero di spunti vincenti, proprio spunti vincenti che nella loro semplicità avevano caratterizzato il primo disco della band. “Metal”, come possiamo osservare leggendo la tracklist, è composto da moltissime canzoni, e ciò più che essere un vantaggio, contribuisce ancor di più al senso di noia che permea dal disco. Sia ben chiaro, se i Messiah’s Kiss si fossero solamente mantenuti sulla falsariga della song “Metal ‘till We Die” saremmo ora qui a parlare di altro capolavoro, ma purtroppo così non è stato. In linea di massima le canzoni del lotto, come già accennato precedentemente, risultano scontate, noiose e ripetitive e, per chi come me è un vero “Heavy Metal maniacs” per giunta alquanto esigente, ciò è un errore di non poco conto.
Vincenzo Ferrara

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