Recensione: Metal Conquest
An Epic Hail to Heathens of True Metal!!!
Sul finire degli anni 70, dal glaciale Nord Europa, fecero capolino i barbarici Heavy Load che, dopo un debutto molto hardrockeggiante, si distinsero negli anni successivi per la propria immagine fortemente legata alle origini vichinghe della band ed un sound personalissimo, destinato addirittura a contribuire a concludere la gloriosa parentesi della NWoBHM.
“Metal Conquest” dunque occupa un posto di tutto rilievo nella discografia del gruppo: è qui infatti che si forgia il classico “Heavy Load sound”, che di album in album farà progressi a livello tecnico/compositivo, ma non si distaccherà mai dal suo approccio epico, evocativo, melodico e potente che contraddistingue bene o male le sole cinque tracks di questo leggendario mini-lp.
…ed infatti subito si parte alla grande con la dinamica “You’ve got te Power“; ottima opener che, con i suoi toni vigorosi e coinvolgenti, riesce subito a scladare l’atmosfera alla grande, complice un songwritting sufficientemente articolato supportato dalla poderosa voce del cantante/chitarrista Ragne Walquist.
Nella successiva “Dark Night” troviamo dietro il microfono Eddie Malm, cugino dei fratelli Wahlquist: è infatti una ricorrente abitudine degli Heavy Load scambiarsi di brano in brano il ruolo di vocalist.
Il brano in questione obiettivamente rimane un po’ troppo anonimo messo a confronto con le restanti tracks, ma ci offre comunque un tranquillo passaggio prima che l’anthem “Heavy Metal Heaven” irrompa e sorga realmente lo spirito di questa leggendaria band.
“We are the Heavy Metal Warriors, our music is hard, tough and rough, drop your chains and…Stand up, Get up!” ruggisce il colossale Stjborn Wahlquist, infondendo grande pathos in questo brano melodico e robusto di immediata presa.
Ritornano ritmiche più veloci e torni più frizzanti in “Hey“, song che più delle altre richiama alla memoria il sound di “Full Speed At High Levels“, che in sostanza si posizione sulle stesse cordinate di “Dark Nights” e non aggiunge nulla a uanto già detto prima. Manca una sola traccia dunque…
…e da un lontano passato riecheggiano romboanti voci che evocano anacronisticamente un’epica visione di popolazioni antiche, gesta cruente, richiami alla mitologia ed alle tradizione Vichinga ed atmosfere cupamente fuori dal Tempo…questa carica sonora dà, in secondo luogo, sfogo ad un messaggio che si rifà al presente: con il richiamo dell’Antico, viviamo il presente.
Ecco il significato di “Heathens from the North“, ecco che (secondo molti) ha origine la prima canzone Epic Metal ed il movimento stesso.
E sì, perché oltre ai vocioni di Ragne Wahlquist ed al cadenzato rincedere del brano, dietro queste eterea nebulosa di epica ancestrale, si staglia una verità (coscientemente o no creata da questo gruppo) che ha influenzato migliaia e migliaia di giovani cuori guerrieri della nostra epoca: il Tempo ha un significato molto relativo in certi ambiti; le usanze, i canti, i costumi, le tradizioni e la storia dei popoli antichi sono parte intengrante di ogni loro discendente. Ciò ci rende vicini ad essi ed inevitabilmente lontani da un “presente” troppo diverso da quello che la realtà artefatta dei nostri giorni impone.
Il forte sentimento di ritorno all’Antico (riscontrabile in diverse correnti artistiche/culturali che contraddistinsero i secoli precedenti) trova finalmente un punto di giuntura nella natura ribelle, anticonformista e sincera dell’Heavy Metal, dando origine ad una diramazione dello stesso che (come un po’ tutti i sottogeneri) implica indiscutibilmente un’incorruttibile attitudine oltre che ad un certo tipo di suoni e atmosfere.
Per la serie “l’Heavy Metal si vive e non si ascolta…”.
All’inferno maghetti del cavolo, signori delle ombre, eroi insensati e tastierine del cucco!!
Leopoldo “LeatherKnight” Puzielli
Lato A
1) You’ve got the Power
2) Dark Night
3) Heavy Metal Heaven
Lato B
4) Hey
5) Heathens from the North