Recensione: Metamorphosis Master Demo ’87 [Reissue]
La musicassetta Metamorphosis degli Hyaena, nel 1987, anno nel quale uscì, venne considerata dagli addetti ai lavori dell’epoca come una delle più interessanti dell’Italian Way of Heavy Metal. Per i cultori del Metallo nostrano il gruppo toscano è sicuramente più conosciuto per gli episodi progressive rock che ha rilasciato negli anni successivi, mentre il secondo demo della carriera, oggetto di questa recensione, è pregno di HM duro e massiccio di stampo per lo più americano: Riot, Metal Church e Vicious Rumors. La formazione consta di Mario Candido al microfono, Gabriele Bellini alla chitarra, Marco Frau al basso e Rossano Lucarini, meglio conosciuto come Ross Lukather, alla batteria. Metamorphosis Master Demo ’87, questa la denominazione corretta, esce per la seconda volta su Cd grazie a un’intuizione dell’italianissima label Qua Rock Records. Come accaduto per la prima ristampa del 2007, allora curata dalla LM Records, anche stavolta si è alle prese con un libretto accompagnatorio di sole quattro pagine. Bella comunque la foto della band in denim&leather sul retro della custodia del Cd. Certamente si poteva fare di più in questo senso, data la levatura di un’operazione di ripescaggio del genere ma evidentemente gli sforzi sono stati riversati nelle fasi di remaster, che in effetti danno dei buoni riscontri.
Si parte con la title track, un mid tempo che mette subito le cose in chiaro: gli Hyaena sono fieri di essere un gruppo heavy metal e non fanno niente per nasconderlo. La voce di Mario Candido, ironia della sorte, è brutalmente annerita dalle serate passate in sala prove a mangiare polvere e muffa e giustamente suona agguerrita come sempre dovrebbe essere in proposte di questo tipo. Wrathchild non è la cover del celeberrimo brano degli Iron Maiden periodo d’oro ma una cavalcata che pare vomitata da una cantina di Sheffield piuttosto che da un casolare adibito a sala prove nelle campagne pistoiesi. Gli Hyaena, in questo frangente, ricordano molto da vicino i Vanexa più arrabbiati. Da segnalare l’ottimo chorus: maschio e potente. Come da classico disco anni Ottanta, non manca l’episodio slow d’ordinanza, nella fattispecie si vedere alla casella numero tre: No Man’s Land. Unlimited Power è un richiamo ai Vicious Rumors, Behind the Wall si rivela potente ma ordinaria e si chiude con Kill Without Mercy, che pare uscita dalla penna di Mark Reale dei Riot rigorosamente ottantiani, con il singer Mario potente e pulito.
Gli Hyaena in questo Metamorphosis dispensano un credo infrangibile, figlio di una band coesa che crede fermamente nella propria proposta: il drumming di “martello” Ross Lukather è devastante, anticipatore del terremoto musicale che poi combinerà insieme con i Death SS più fottutamente HM, inarrivabili in quel periodo. La prova dietro al microfono del singer è da incorniciare anche solo per l’attitudine, l’ascia di Gabriele Bellini fa il suo dovere e il basso di Marco Frau si dimena in simbiosi son le mazzate dispensate senza economia da Lucarini.
Metamorphosis è foriero di un suono che oggi non esiste più, la ristampa Qua Rock Records fornisce la possibilità di godere di questo manipolo di canzoni certo non prive di imperfezioni e svisate, come è giusto che sia per un gruppo agli inizi del propri percorso, ma quello che conta in questi casi è quello che “resta addosso” dopo aver dato un po’ di passate al disco. Gli Hyaena, peraltro ancora protagonisti al recente Acciaio Italiano Festival #6, poi, presero strade differenti, ma questa è un’altra storia…
Stefano “Steven Rich” Ricetti