Recensione: Michael Bolton

Di Luca Corsi - 25 Settembre 2008 - 0:00
Michael Bolton
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Anno: 1983
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82

Lo statunitense Michale Bolton – all’anagrafe Michael Bolotin – è indubbiamente stato, prima di dedicarsi ad altri generi musicali, una delle figure più importanti del rock melodico degli anni ’80.

Se la carriera solista di questo grandioso cantante/chitarrista/compositore inizia già a metà dei ’70 (con l’omonimo ‘Michael Bolotin’ del 1975 ed ‘Everyday Of My Life’ del ’76), è però nel bel mezzo della decade successiva che riesce a trovare pieno consenso all’interno dello sconfinato panorama AOR. Furono infatti le pubblicazioni di tre dischi d’eccezione che proiettarono Bolton – questo il suo “nome d’arte”- in cima alle vette delle classifiche americane e mondiali: ‘Michael Bolton’ (1983), ‘Everybody’s Crazy’ (1985) e ‘The Hunger’ (1987).

Il disco “d’esordio”, inserito nel dorato contesto degli eighties, si rivela un vero e proprio gioiellino, tinto di melodie assolutamente easy-listening, con brani che non riescono a stancare neppure dopo ripetuti ascolti.
Persino il songwriting si dimostra molto curato e convincente, nella composizione del quale Bolton è stato accompagnato da ospiti di elevata caratura, fra i quali si ricordano il talentuoso chitarrista Aldo Nova e la coppia d’asce composta dai fratelli Bruce (futura sei corde dei Kiss) e Bob Kulick.

Molti sono i fiori all’occhiello di questo lavoro fantastico, ben concepito al punto da rendere di difficile impresa l’individuarne i punti deboli.
La strepitosa ‘Fools Game’ è uno degli emblemi più splendenti dell’offerta musicale ottantiana di Bolton, con le tastiere assolutamente protagoniste nella costruzione di una trama melodica dalla qualità sopraffina e fuori dalla norma.
Ma, come si suol dire, il bello deve ancora venire. L’elettrica ‘Hometown Hero’ e la scoppiettante ‘Fighting For My Life’, si offrono come gli episodi più “hard” dell’intero lotto, tracce in cui sono le chitarre a dettare le regole del gioco, così come nella maggiormente morbida ‘Paradise’.
La composizione dei ritornelli, in particolare, è più che mai azzeccata: caratterizzati per la maggior parte da cori, a volte quasi dal retrogusto gospel ma più spesso dall’appeal molto catchy e coinvolgente, si affermano quali elementi indispensabili, al punto da divenire la vera arma vincente, come da tradizione per un buon disco di rock melodico.
Ad indiscutibile conferma dell’ispirazione di Bolton nella scelta dei cori (ma anche dell’intera intelaiatura musicale) corrono in nostro aiuto tracce dal maggiore impatto emotivo, come la cadenzata ‘She Did The Same Thing’, ‘Back In My Arms Again’, superba cover dei The Supremes, e l’altrettanto fantastica ‘Carrie’. L’intensa voce di Bolton si sposa a meraviglia con il tappeto sonoro composto dalla fusione alchemica di tastiere e chitarre, dove l’apporto non solo di Nova e dei Kulick brothers, ma anche degli altri numerosi partecipanti, si dimostra frutto d’ingegno musicale e di un appetito particolare per le trame più orecchiabili e spensierate.
Non si possono non riportare gli esempi di ‘Can’t Hold On, Can’t Let Go’ – impossibile scordare il ritornello corale una volta sentito – e della coinvolgente ballad ‘I Almost Believed You’, che chiude il lavoro in modo egregio, all’insegna del più dolce romanticismo.

Senza ombra di dubbio, il debutto omonimo di Michael Bolton può essere tranquillamente considerato come un album d’assoluta rilevanza nel panorama melodico della nostra decade preferita: pieno di passione, ricco di spunti d’alto livello e con la preziosa partecipazione di validi artisti, il disco fu in grado di elevare Bolton al rango di protagonista della prima ondata AOR degli eighties.

Da rispolverare senza esitazioni.

Tracklist:

01. Fools Game
02. She Did The Same Thing
03. Hometown Hero
04. Can’t Hold On, Can’t Let Go
05. Fighting For My Life
06. Paradise
07. Back In My Arms Again
08. Carrie
09. I Almost Believed You

Line Up:

Michael Bolton – Voce / Chitarra / Back. Voc.
Bruce Kulick, Bob Kulick, Aldo Nova, Scott Zito – Chitarra
Scott Zito, Mark Clarke – Basso
Michael Braun, Chuck Burgi – Batteria
Aldo Nova, Scott Zito, Mark Mangold, Doug Katsaros, Jan Mullaney, George Clinton – Tastiere
Craig Brooks, Scott Zito, Mark Mangold, George Clinton – Back. Voc.

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