Recensione: Midnight Lightning

Di Manuel Gregorin - 15 Agosto 2023 - 0:01
Midnight Lightning
Band: Roadwolf
Etichetta: Napalm Records
Genere: Heavy  Power 
Anno: 2023
Nazione:
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74

Vivi selvaggiamente, corri veloce e scopri i segreti della notte con i pionieri dell’heavy metal Roadwolf!
Anche se non ho ben capito di cosa si ritengano pionieri, ma è con questa frase che si presentano gli austriaci Roadwolf.

Andando a conoscere più a fondo questa formazione, scopriamo essere una delle numerose band facenti parte della sempre più nutrita scena NWOTHM. Dopo il debutto nel 2020 con Unchain the Wolf, tornano ora sulla scena con il secondo capitolo intitolato Midnight Lightning. Il genere proposto, come intuibile, è un heavy metal classico e volutamente retrò, ispirato da nomi come Judas Priest, Saxon, UFO, Dio e Ozzy Osbourne. Una carriera breve ma intensa quella dei Roadwolf che già dopo il disco d’esordio hanno diviso il palco con nomi come Enforcer, Skull Fist, Bullet, Lizzy Borden, Vicious Rumors e Night Demon fino ad arrivare ad esibirsi al prestigioso Wacken Open Air in Germania.
Con questo nuovo Midnight Lightning riprendono il discorso iniziato nel disco precedente Unchain the Wolf, ponendosi l’obiettivo di offrire un suono più esplosivo e dinamico che mai. Traendo evidentemente spunto dagli Spinal Tap: aumentando l’intensità fino ad 11!
Secondo le note di presentazione che accompagnano questo nuovo lavoro si direbbe che la determinazione di certo non manca a questi ragazzi. Alle dichiarazioni un po’ baldanzose viene poi dato seguito, fortunatamente, anche con la musica.
Già con l’opener On The Run i nostri cominciano a fare scintille sfoggiando un brano heavy metal tipicamente anni 80 in stile Accept. Un pezzo breve e sintetico con cui i Roadwolf si presentano all’ascoltatore nel tempo di tre minuti. Un altro buon colpo assestato anche con la successiva Midnight Lightning, una traccia coinvolgente dove gli austriaci danno maggior risalto alla melodia. Melodia in evidenza anche in Supernatural, composizione che ricorda gli Scorpions dell’era Uli Roth in un mix tra metal e melodie americaneggianti. Decisamente più aspra invece Mark Of The Devil, brano ruvido con assoli di chitarra che strizzano l’occhio agli Iron Maiden prima maniera.

High Under Pressure è un heavy venato di rock n’roll sulla scia degli AC/DC o dei loro figliocci Airbourne. Nella canzone poi è presente un sassofono che a dir la verità un po’ stona risultando a tratti anche fuori luogo. Altro pezzo dalle ritmiche sostenute con Savage Child, composizione che ricorda i primissimi Saxon quando mostravano il loro lato più rock n’roll con pezzi come Still Fit To Boogie o Street Fighting Gang. Roba forte da suonare ai motoraduni.
Con Sons Of The Golden Horde si cambia registro indirizzandosi su una cavalcata epica con un testo che si rifà alla storia, ed in particolare al tema, sempre verde in questo contesto, della guerra.
In Don’t Deliver Us From Evil si gioca nuovamente la carta del hard rock con melodie accattivanti facendo riferimento all’Ozzy Osbourne degli anni 80. Running Out Of Time è un altro heavy-hard rock spigoloso e sguaiato dove si punta su un ritornello di impatto.
Per concludere, Isolated Hearts, una ballata di quelle che qualche decade fà, garantivano il biglietto per i passaggi su MTV. Un buon brano però penalizzato da un finale che tronca il pezzo in maniera un po’ troppo brusca.

Che dire di questo secondo capitolo della compagine austriaca…?
Certamente ci troviamo davanti ad un tipico disco che ci si aspetta da una formazione simile. Superficiale, ed anche un po’ fuori luogo, mettersi a parlare di innovazione ed originalità in una produzione di questo tipo. Un lavoro nel quale con idee già note ma ben piazzate, i Roadwolf riescono a portare a casa la pagnotta. La band austriaca rispecchia e ripropone fedelmente tutte le caratteristiche del hard and heavy anni 80, compresa una certa dose di boriosità che, se sfoderata senza prendersi troppo sul serio dà anche quel tocco di colore all’immagine del quartetto di Wiener Neustadt.

Va detto anche che, qua è là, certi pezzi tendono a mordersi la coda risultando un po’ prevedibili senza però compromettere più di tanto il risultato finale. I RoadWolf mostrano comunque un buon potenziale con discreti margini di miglioramento. Per il momento con Midnight Lightning possono dirsi promossi. Vediamo cosa ci offriranno per il futuro.

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