Recensione: Midnight Supremacy
Atmosfere caliginose, sulfuree, tenebrose. Senz’altro po’ diverse dal solito.
“Midnight Supremacy” è il fosco debutto dei My Darkest Red, band dalla profonda radice gotica che prende vita dalle ceneri dei bresciani Poisonheart.
Un afflato seventies si riverbera in composizioni che devono molto a The Mission, Bauhaus, Sister of Mercy e primi Fields of the Nephilim, epigoni di un genere costruito da atmosfere decadenti in cui melodie dalla forte anima rock si rivestono di una fitta coltre brumosa ed autunnale. La voce, come da tradizione, è mantenuta su toni bassi e quanto possibili notturni, tenacemente ancorata ad una classica interpretazione da “principe delle tenebre“.
Qualche ingenuità ma parimenti anche un discreto alone di fascino richiamano alla mente ipotetiche colonne sonore di qualche b-movie di epoche remote, in cui immagini in bianco e nero riferivano storie cupe di perdizione e anime dannate.
Spuntare un paragone con i 69 Eyes sarebbe sin troppo facile. E quanto mai fuorviante. I My Darkest Red, in effetti, scelgono una strada meno battuta e bombastica, inoltrandosi nel profondo della cultura gothic wave inglese con religioso rispetto e dedizione. Il premio, sono buoni spunti ed alcune idee che rendono “Midnight Supremacy” un’esperienza credibilmente autunnale. Complice anche una produzione dei suoni che, a tratti, sembra voler ricalcare quella sporca e polverosa di alcuni capolavori del rock gotico più nascosto ed underground.
Meno evidenti ma altrettanto ponderosi, i riferimenti ad esponenti più arcigni dell’heavy horrorifico come i Mercyful Fate del maestro King Diamond ed i nostrani Death SS. Alcuni passaggi poggiano su ambientazioni emotivamente affini, dando origine ad un ibrido tra gothic wave e hard n’heavy che si fa molto apprezzare.
A tal proposito, la coppia di brani “By the Moonlight” e – soprattutto – “Tears in the Snow” può a buon titolo essere assunta a rappresentazione del più che discreto lavoro svolto dalla band bresciana.
“Tears in the Snow” in particolare, mette in luce una melodia portante che è un semplice colpo di genio. Il giro di chitarra che si ripete con assiduità rimane impresso per giorni.
Non proprio omogeneo e con qualche pezzo un po’ stiracchiato posizionato nella parte finale della tracklist, il debutto dei My Darkest Red è un plausibile esempio di gothic rock dalle sfumature variegate e complesse, disseminate in un orizzonte ampio che parte dal romanticismo decadente e sconfina nell’hard cromato e metallico degli anni ottanta.
Si può raffinare e definire. Il risultato è perfettibile e potrà essere migliore in futuro.
Pur tuttavia in queste fosche serate nebbiose, “Midnight Supremacy” è stato spesso una compagnia piuttosto piacevole ed azzeccata.