Recensione: Midnight Terrors
Hellnite è il progetto del polistrumentista Paolo Belmar di origine messicana ed attualmente residente in Canada che, nel suo album d’esordio ‘Midnight Terrors’, prodotto dalla Sliptrick Records e disponibile dal 12 febbraio 2019, si occupa di suonare il basso e la chitarra, nonché di cantare e di comporre.
In pratica è una one-man band, con Paolo che suona il basso in modo più che valido, con uno stile personale e dirompente, come dimostra in più di un brano mettendolo ben in evidenza (‘‘Spirits Prevail’, Darker Than Black’, ‘Stage On Fire’ e ‘Midnight Terrors’); suona bene anche la chitarra ritmica mentre in fase solista è un po’ più limitato, lavorando più o meno sempre sugli stessi schemi. Le noti dolenti sono una batteria, probabilmente virtuale, senza corpo né anima ed una voce molto limitata, senza estensione alcuna: è piatta, monocorde e senza forma, né espressione ed è scarsamente interpretativa. In poche parole è monotona.
Questo va ad incidere negativamente sul songwriting: un Thrash fondamentalmente incentrato sulla vecchia scuola, aggressivo ma non feroce e con qualche deviazione progressive che non sarebbe neanche male, se non soffrisse tremendamente dei problemi sopra esposti, che hanno effetto negativo anche sulle buone idee.
Ad esempio alcuni pezzi sono interessanti, come ‘Spirits Prevail’ e ‘Beasts From The Deep‘, con riff che virano verso il Thrash ‘N Roll più energico, o la strumentale ‘Darker Than Black’, che ha una buona sequenza solista di basso – chitarra che lascia coinvolgere, altri hanno un buon tiro come ‘Thrash Of The Living Dead’ e ‘The Necromancer’, ma, purtroppo, questo non basta. I restanti brani hanno comunque poco spessore, al di là di come sono cantati, e l’album non decolla ed è destinato a rimanere impilato con altre centinaia di dischi che saranno presto dimenticati perché troppo uguali, nonostante gli sforzi fatti dal musicista per distinguersi.
Per quest’album non serve dire altro. Paolo dimostra un buon talento come bassista ed una qual certa capacità compositiva che però va migliorata e, possibilmente, personalizzata. Si spera che, magari unendosi ad altri compagni di squadra, con un vero batterista che dia corpo alla sezione ritmica invece di affossarla, riesca a trovare la sua strada ed a farsi dare credito. Per ora ‘Midnight Terrors’ non raggiunge la sufficienza.