Recensione: Mighty Blue Ocean

Di Mauro Gelsomini - 4 Febbraio 2006 - 0:00
Mighty Blue Ocean
Band: Mark Spiro
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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50

A tre anni dall’uscita di “King Of The Crows”, Mark Spiro torna in studio per cantare al contempo i dolori e le gioie di un periodo particolare della sua vita, passato a combattere e, fortunatamente, a sconfiggere il male del secolo.

Inevitabilmente l’arte risente delle esperienze di vita, e così quello che era stato un esponente di prim’ordine dell’arena rock e dell’AOR, si ritrova catapultato nell’introspezione più leggera, e da classico “cantautore” di questo Mighty Blue Ocean, riflessivo, autobiografico, che poco o niente ha a che vedere con la produzione precedente.
Da sempre contrario a questo tipo di involuzioni, raramente elevate dal punto di vista tecnico/compositivo, intimiste e quasi ermetiche dal punto di vista delle liriche, trovo che finiscano per rivelarsi raramente dei capolavori assoluti, mentre nella stragrande maggioranza dei casi si presentano come delle opere “riservate”, personali, in cui tra l’artista e l’ascoltatore si innalza un muro a dir poco impenetrabile.

E’ il caso del disco in questione, che oltre a non fornire spunti degni di nota relativamente al mero aspetto musicale, lasciano una sensazione di appiattimento che forse potrebbe ricollegarsi all’ascolto di certo pop/rock (un Phil Collins o un Bryan Adams dell’ultimo periodo potrebbero rendere l’idea), e la profondità e la bellezza di certe parole non sopperiscono all’estrema soffusione delle atmosfere create da arrangiamenti melensi e ai limiti dell’electro-pop: infatti tutto ciò che sentite su questo disco è stato composto e programmato, dove non suonato, dallo stesso Spiro, eccezion fatta per la chitarra su “Perfect Wave”, ad opera di un certo J.D. Manuss. E’ anche questo aspetto che contribuisce a sminuire la qualità del prodotto, rafforzando la sensazione di “album fatto per se stessi” già espressa in precedenza; stento a credere, tra l’altro, che i nostri lettori apprezzeranno certe elettrificazioni e sintetizzazioni, soprattutto a livello ritmico, usate molto nella musica leggera come “basi”, quasi solo per necessità, con l’unico compito di tenere in piedi il cantato, e quindi mai invadenti o in grado di richiamare l’attenzione.

In definitiva, e mi dispiace davvero, vista la stima per Mark, una spesa evitabile.

Tracklist:

  1. Mighty Blue Ocean
  2. Band Of Angels
  3. Monster
  4. When She Cries
  5. Every Shade Of Green
  6. The Beautiful One
  7. Bits And Pieces
  8. Being In Your World
  9. Perfect Wave
  10. My Velocity
  11. The Life That I Live

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