Recensione: Mind Fr@mes
Terzo full-length per i veneti Algol, “Mind Fr@mes” arriva dopo oltre vent’anni dalla loro nascita, avvenuta nel 1995, in piena epoca di espansione del melodic death metal. Stile che è proprio quello proposto dal combo di Padova, anche se, a ben sentire, di gothenburg metal “Mind Fr@mes” non ne ha in sé nemmeno un grammo.
Il che porta subito a evidenziare che gli Algol siano riusciti a creare un sound tutto loro, che non richiama immediatamente nessun’altra band che possa servirne d’esempio. Principalmente poiché il metallo forgiato da Alessandro Mantelli & Co. è dannatamente duro, massiccio, brutale. Violento e aggressivo. Seppure sia dotato di una rilevante vena melodica, appunto. Merito sicuramente delle tessiture realizzare dalle tastiere di Giorgia Alfonsi che, nell’economia generale della band, hanno un peso assai rilevante. Però, il roco growling dello stesso Mantelli riporta sempre e comunque le coordinate sonore nell’ambito di un oltranzismo che non conosce tentennamenti di sorta. Così come il drumming di Matteo Ventura, spesso varcante la soglia dei blast-beats. Per uno stile, come s’è detto, assolutamente personale e riconoscibile con facilità in mezzo a tanti altri.
La riuscita sinergia fra possanza e armoniosità è presente in tutte le song di “Mind Fr@mes”. L’opener-track, ‘Falling Down’, è già una robusta mazzata sui denti, ma ci sono poi canzoni estremamente bellicose come ‘Ego Shield’, con le quale dai denti si passa alla schiena. Gli Algol non guardano in faccia nessuno e pestano come dei dannati, insomma. In barba a una definizione tipologia, melodic death metal, che, sì, li identifica correttamente ma che, allo stesso tempo, appare a volte fuorviante, talmente è alto il livello di efferatezza sonora eiettata dai riff al fulmicotone di Michele Donato e del ridetto drumming che, all’interno della formazione, si rivela truce e sanguinario.
L’attitudine a far male non cambia nemmeno in occasione dei brani meno super-cinetici, come per esempio in ‘Imp of Perverse’ e ‘Together As Divide’, caratterizzati più che dalle alte velocità, appunto, da una rocciosità che ricorda, almeno a parere di chi scrive, l’US power metal americano. Quello iper-vitaminizzato, foriero di fiere battaglie vinte all’ultimo sangue. Indomito. Inbattibile.
Sfortunatamente la produzione del disco non è perfetta, poiché il sound è a volte un po’ caotico, a volte un po’ sfilacciato, il che significa che gli Algol hanno margini di miglioramento per ciò che riguarda la più corretta messa a terra possibile della potenza sprigionata dai loro strumenti e dalle vocals. Non si tratta di un grande impedimento, tuttavia, giacché, in ogni caso, pezzi come ‘Chaotic Muse’ provocano ugualmente dolore come delle tremende scudisciate sulle gengive. Una migliore manifattura farebbe, nondimeno, risaltare al massimo la capacità di riflessione e approfondimento artistico che i Nostri hanno nelle loro corde (‘The Outsider’) ma che, al momento, non riesce a decollare.
In ogni caso “Mind Fr@mes” è un lavoro più che degno, meritevole di menzione e di avere dei successori. Gli Algol sono riusciti a sviluppare un carattere unico e un flavour che li contraddistingue senza possibilità di errore.
E, questo, è già di per sé un gran traguardo.
Daniele D’Adamo