Recensione: Mirage
Uscito nel 1974, Mirage è il secondo album dei Camel (l‘omonimo “Camel” del 1973 e il bootleg ufficiale del 72 “Camel on the Road”), e fu sia il disco che consolidò la loro reputazione nell‘ambito musicale, sia quello che gli causò qualche problema, problemi legati al tabacco. Infatti la cover dell‘album attirò l‘attenzione della nota casa produttrice di sigarette Camel, che chiese al combo, per evitare le spiacevoli vie legali, di cambiare la cover incriminata con un‘altra che meno somigliasse al disegno presente sui pacchetti. La Usa Record Company eseguì e cambiò l‘artwork, che però rimase lo stesso nel resto del mondo, grazie a un contratto tra band e azienda (filiale europea) che prevedeva l‘uscita nelle tabaccherie di pacchettini di sigarette (da 5 pezzi) che raffiguravano l‘artwork di Mirage, con tanto di tracklist. L‘affare andò molto bene, tanto che i dirigenti della Camel europea visitarono lo studio della band, chiedendo ai Camel stessi di cambiare i titoli delle song sul disco, di comparire sulle loro pubblicità eccetera. Ciò entusiasmò i dirigenti del gruppo, che ottenne un contrattone (anche se i titoli non cambiarono), meno la band alla quale ‘sta situazione non piaceva molto (tanto che Bardens suggerì sarcasticamente, come titolo di una canzone, il nome di “Twenty Sticks of Cancer”). Chiusa la parentesi storica, passiamo al disco vero e proprio. Stilisticamente e musicamente Mirage assomiglia davvero molto al suo predecessore, ma viene pensato ed elaborato forse in modo ancora più raffinato rispetto a Camel. Le 5 canzoni (che in realtà è come se fossero di più, visto che alcune sono divise in sottotracce) sono molto variegate fra di loro, ma sono tutte complesse e splendide all‘ascolto. Il sound prodotto dai 5 musicisti (Peter Bardens alle tastiere e all‘organo, Doug Ferguson al basso, Andy Ward dietro le pelli e Andrew Latimer alla chitarra, al flauto e al microfono) è curatissimo, e gioca molte delle sue carte sulle parti prettamente strumentali, davvero lunghe, ma non per questo noiose, anzi. Si inizia più che bene con l‘opener “Freefall”. Subito l‘apertura in fade-in cattura e porta nel cuore di un duo basso/chitarra molto deciso, bel sipario al pezzo vero e proprio. I tanti cambi di tempo durante la lunga intro strumentale (non solo essa è strumentale, bensì gran parte della canzone), la 6 corde che impazza lungo tutto il pezzo e delle strofe aggressive ma senza esagerazioni sono gli ingredienti principali del prosequo della song, che mantiene dei canoni tutt‘altro che semplici ma suggestivi, protendendosi per quasi 6 minuti di ottimo ascolto. Sugli scudi il tratto centrale, quando la tastiera entra prepotentemente in gioco. Ottimo inizio di album dunque, ma niente in confronto alla seconda “Supertwister”, grande strumentale che combina al suo interno una quantita estremamente alta di trame. L‘attacco è tremendamente suadente, grazie a un‘eccellente tastiera, poi il brano accelera di ritmo con l‘ingresso in campo dei pazzi flauti, suonati alla grande da Latimer. E proprio questi flauti sono il pezzo forte della canzone, che passa in repentine successioni da lenta a ballata (intesa come medievale, non come canzone d‘amore) ad ancora lenta. Proprio la parte ballata è quella che più gradisco, complice una chitarra divinamente pizzicata ad accompagnamento dei già citati flauti, fenomenale (così come la chiusura, assolutamente impensabile). Terzo brano (ma primo brano composito del platter) è la fascinosa e magica “Nimrodel”. Divisa in tre atti (“Nimrodel”, “The Procession” e “The White Rider”), la track trae ispirazione dal Signore degli Anelli di Tolkien ed è introdotta da un particolare e misterioso arpeggio che fa da preludio ad un fanfara di squilli di trombe e urla, tipici di un importante avvenimento medievale, trombe che a loro volta conducono ad un lento di sublime caratura. Splendido il cantato, decisamente evocativo con la sua particolarissima intonazione e magistrale anche il sottofondo, fino ad un esplosione musicale fatta di velocità, pirotecnicismi e quant‘altro. Insomma, 9 minuti pieni di grande poesia. Sempre sugli stessi, magici, binari, la successiva “Earthrise”, seconda strumentale del disco. Nonostante a grande linee si possano accostare, nella sostanza Earthrise è piuttosto differente dall‘altra instrumetal Supertwister. Intanto è lunga in doppio, poi alterna fasi molto più estreme (si, vabbè…) di musica, in quanto alterna tratti sacrali e delicati ad altri (e più numerosi) serrati, colmi di assoli (anche sovrapposti), virtuosismi e, insomma, tutto quello che vi aspettate da musicisti prog. Da segnalare la parte centrale, che contiene uno spezzone musicale piuttosto noto anche da chi non sente questo tipo di musica, davvero avvolgente. E chiudiamo magistralmente con il quinto pezzo da novanta (su 5), la magistale “Lady Fantasy”. Già l‘apertura, in pompa magna, è tutta un programma, ma anche il resto non scherza. Divisa anch‘essa in atti (due, chiamati “Encounter” e “Smiles for you Lady Fantasy”), la traccia inizia in modo dolcissimo ma risoluto allo stesso tempo, tastiera e chitarra sono eccellenti su scale e arpeggi e il cantanto è più che buono e convincete, anche se poteva essere un po’ più sentimentale. All‘inizio sono in ombra basso e batteria, che si limitano a svolgere il loro dovere senza strafare, questo fino a un terzo della song. Infatti col cambio di tempo, che segna un‘esplosione di vitalità, proprio Ferguson divampa e diventa trascinatore, poi si queta, in corrispondenza del brusco inizio della parte più dolce e melodica in assoluto della song, delizia per le orecchie. Su questi binari di alternanza si gioca dunque Lady Fantasy, per un risultato magico, forse il migliore di tutto il prodotto, prodotto che si è concluso ma che non per questo deve essere un semplice passaggio. Sono sicuro che infatti questo Mirage dei Camel (secondo me senza dubbio tra i migliori prodotti, se non il migliore, della band) vi terrà, se appassionati del genere, attaccati allo stereo per un bel po’.
Riccardo “Abbadon” Mezzera
Tracklist :
1) Freefall
2) Supertwister
3) Nimrodel
The Procession
The White Rider
4) Earthrise
5) Lady Fantasy :
Encounter
Smiles for You Lady Fantasy