Recensione: Mirror Of Souls
Dallo stato della Georgia arrivano i Theocracy, band americana votata a sonorità power decisamente europee, che si ripresentano sulle scene con questo Mirror Of Souls, secondo album e primo sotto Ulterium Records.
Sin dalla prima volta che l’album è entrato nel mio stereo, la musica dei Theocracy mi ha colpito, in particolar modo per le melodie sempre fresche ed avvincenti, i chorus trascinanti, la varietà di proposta (si passa da brani classicamente power in stile nord europeo a bordate al limite del black metal) e la capacità di comporre brani di durata elevata senza per questo risultare prolissi o eternamente lunghi.
Il power di questi ragazzi è, come detto precedentemente, di derivazione nord europea; ciò nonostante i nostri non disdegnano passaggi prog alternati a fraseggi di chitarra acustica spagnola, rendendo il mix finale suggestivo e ricco di elementi interessanti. La voce di Matt Smith è classicamente power, pulita e acuta, mentre la chitarra solista di Val Allen Wood, invece di ricercare l’assolo del secolo, si concentra su sostenere la ritmica e impreziosire la musica della band con riff granitici e potenti.
Subito i Theocracy partono in quarta con A Tower Of Ashes, splendido brano power metal: ascoltandolo ho avuto di nuovo la sensazione di magia che provai quando ascoltai per la prima volta il power scandinavo targato Sonata Arcitca/Stratovarius, una sensazione che mi ha fatto apprezzare ancora di più la bellezza di questo brano. On Eagles’ Wings si mantiene sulle stesse coordinate, con un chorus trascinante dove Smith da prova della sua estensione; affascinante è anche la parte finale del pezzo, con la voce che improvvisamente si sposta su registri baritonali.
Difficile catalogare un brano come il successivo Laying The Demon To Rest: la partenza è affidata a ritmiche black metal, con la batteria di Benson a dettare legge. La strofa e il chorus si adagiano su ritmi più riflessivi, dopo di ché la band si lancia in uno strumentale di heavy metal alternato a black metal! Nove minuti davvero emozionanti, pieni di cambi di umore e dai mille colori, una canzone che mette in luce l’elevato potenziale in termini di songwriting degli americani.
Si cambia totalmente registro con Bethlehem, un lento di rara bellezza, caratterizzato da una melodia sognante introdotta da sonorità mediovali.
Torna prepotente il power con Absolution Day, canonico quanto basta ma dannatamente efficace! Più cadenzato è The Writing In The Sand, con un bellissimo organo posto a inizio pezzo, mentre Martyr, che riporta le sonorità sul power, è uno dei miei brani preferiti, grazie soprattutto ai cori contro cori del chorus accompagnati dalle chitarre sempre ben quadrate e da un’eccezionale batteria, e dal passaggio di chitarra spagnola nella parte conclusiva della canzone. È inoltre doveroso sottolineare come questi ultimi 3 brani superano tutti di gran lunga i 6 minuti di durata, senza però risentirne in termini di prolissità.
L’album si chiude con la lunga (22 minuti!) Mirror Of Souls, dove tutte le caratteristiche analizzate dei Theocracy trovano compimento in un unico brano difficile da descrivere.
In conclusione c’è da sorridere di fronte a questo album, un lavoro che rilancia le quotazione del power, genere che, se suonato con passione, ha ancora parecchio da dire. Non ci sono innovazioni, non ci sono grandi orchestrazioni, non ci sono assoli memorabili; qui di memorabile c’è la musica dei Theocracy, dinamica, coinvolgente, genuina e con qualche pizzico di genialità! Dopo Firewind, Secret Sphere e Serenity, il 2008 nella sua conclusione ci ha lasciato anche questo altro piccolo gioiello targato Theocracy.
Più che consigliato!
Roberto “Van Helsing” Gallerani
Tracklist:
1. A Tower Of Ashes
2. On Eagles’ Wings
3. Laying The Demon To Rest
4. Bethlehem
5. Absolution Day
6. The Writing In The Sand
7. Martyr
8. Mirror Of Souls