Recensione: Moder Prometheus
Gradito ritorno questo! Sono passati ben 10 anni da quando i torinesi Black Propaganda hanno pubblicato ‘Psychological Subjection’, il loro ultimo album.
Ora, con una formazione che dal 2019 è andata a rinsaldarsi con l’ingresso prima di Riccardo Pirozzi (Dust) alla voce e poi di Paolo Tabacchetti (Feary Tales) al basso al fianco dei fondatori Jan Binetti ed Eric di Donato, rientrano prepotentemente in scena con un nuovo EP: ‘Modern Prometheus’, distribuito da Nadir Music dal 10 maggio 2024.
Quattro pezzi di relativa breve durata (un totale di neanche venti minuti) ma cattivi come l’aglio: mantenendo le stesse coordinate stilistiche delle origini, i Black Propaganda suonano un feroce Groove/Thrash che trae ispirazione dagli anni ’80 e ’90, ceppi di origine Slayer, Sepultura, Pantera … roba tranquilla proprio!
‘Modern Prometheus’ è dominato da un’anima scura inquieta e sovversiva che lo fa pestare di brutta maniera: i ritmi frenetici e disturbanti, i riff roventi, la voce estrema e caustica sono le linee guida dell’odio per questa band che scruta e denuncia la malvagità umana, prendendo come esempio, in questo nuovo lavoro, il violento teatro della secolare storia russa / ucraina.
Le accordature ribassate formano uno scenario scuro e profondo, che però viene squarciato da continui lampi esplosivi (‘Modern Prometheus’) e dove la furia del Thrash non basta allora vengono interposti malvagi intrecci rafforzativi con linee Black (‘Holodomor’) ed assalti Death Metal (‘Hit The Mass Again’). Non c’è pace in questo EP: la rabbia esplode a rapida sequenza, fino a trasformarsi in nevrosi psicotica (‘K-141’).
Tutto questo astio, questa acredine riversata a secchiate, non limita la fluidità sonora di ‘Modern Prometheus’: c’è una linea sottile che unisce i pezzi, rendendo scorrevole il disturbo che plasmano, con la finezza della chitarra solista che si va a contrapporre alla durezza delle ritmiche, rendendo sofisticato il selvatico, e con una preponderanza melodica nel refrain della già citata ‘K-141’.
Insomma, concludendo, un mini-album che dura poco, ma che dice molto, con quattro gran bei pezzi che speriamo anticipino un nuovo album per questa band che ha deciso di non incidere per un sacco di tempo, ma che non è stata in silenzio, calcando in questi anni i palchi con nomi del calibro di Kreator, Sepultura, Annihilator, Necrodeath, Methedras e Fil Di Ferro.
Come detto all’inizio un gradito ritorno quello dei Black Propaganda. Aspettiamo gli sviluppi con viva curiosità.