Recensione: Modern Hippie
Error Head è il progetto personale dell’artista tedesco Marcus Deml, talento del tutto sconosciuto al grande pubblico ma con un discreto curriculum nel ruolo di session, in virtù di collaborazioni con nomi di un certo richiamo come Kingdom Come, Bobby Kimball e Simon Collins tra gli altri.
Molto abile con la “sei corde” e buon songwriter, Deml non risponde in maniera completa al ruolo di guitar hero in senso tradizionale.
Per il quarto album della serie (che devo ammettere, è il primo ad approdare nel mio lettore), infatti, le influenze ed i riferimenti messi in mostra sono realmente variegati e di notevole assortimento.
Una base blues, fa da sfondo a divagazioni funky, rock, jazz, prog ed ambient, le quali, contornate da una ricca varietà di suoni fuori campo e da alcune parti parlate, ricadono sempre però in una forma canzone ben delimitata e riconoscibile, lasciando da parte eccessive “sviolinate” ed inutili fantasie ipertecniche, a vantaggio di piena fruibilità e totale immediatezza delle composizioni.
La tecnica c’è e si sente (tracce come “Temporary Impression”, “Bhangra Baby” e ”We Come In Peace”, ne sono un chiaro esempio), ma sono il genuino divertimento e le sensazioni piacevoli, le vere e principali protagoniste dell’album, mai relegate al ruolo di secondo piano ma, piuttosto, il più delle volte lasciate libere di fluire in modo congruo e copioso. Gradevole poi, anche la voce del singer Robbie Smith, notevolmente espressiva, ed adatta a definire le parti più blueseggianti del disco, così come eccellente è l’apporto della sezione ritmica a cura di Frank Itt (ex di Terence Trent D’Arby) e Zacky Tsoukas (già con il maestro Billy Sheenan).
Come si dice, non è comunque “tutto oro quel che luccica”, ed anche il pur piacevole ‘Modern Hippie‘ non è al riparo da qualche vizio di forma e difetto migliorabile.
Sono davvero ignote ad esempio, le ragioni che possano indurre ad inserire in scaletta un brano quasi samba come “Tàta”, probabilmente “solare”, colorato e simpatico ma che, in un contesto di accesa raffinatezza, appare totalmente slegato e fuori luogo, così come un po’ scontati e noiosi risultano i cori di “For My Brothers”, traccia che lascia leggermente a desiderare in quanto ad incisività e scorrevolezza.
L’album tuttavia, nel suo complesso creativo ma non cervellotico piace, regala belle atmosfere e garantisce qualche attimo brillante (aiutato forse, anche da una produzione de-luxe), rivelandosi un amalgama di suoni alla Hendrix, con spruzzate di Satriani e Pink Floyd, piuttosto stimolante e riuscita, indicata per ascolti in totale relax e disimpegno.
Scoperta interessante…chissà come sono i dischi precedenti…
Tracklist:
01. That’s Good
02. Connected
03. For My Brothers
04. Dave
05. Temporay Impression
06. Yeah Man
07. Watch My Cloud
08. Northern Lights
09. Heaven
10. Bhangra Baby
11. We Came In Peace
12. Follow Your Dream
13. Táta
Line Up:
Marcus Deml – Chitarra / Voce
Robbie Smith – Voce
Frank Itt – Basso
Zacky Tsoukas – Batteria