Recensione: Moment

Di Gianluca Fontanesi - 16 Novembre 2020 - 0:22
Moment
75

Non è facile per nessuna band, nemmeno per quelle professionali, il ritrovarsi senza entrambi i chitarristi storici nell’arco di pochissimo tempo; i Dark Tranquillity però ci dimostrano che la cosa può essere superata anche in positivo. Se da un lato perdi Niklas Sundin e Martin Henriksson e dall’altro acquisti Johan Reinholdz e Cristopher Amott, la cosa ti può andare male solo in percentuali molto basse, e ovviamente non è il caso del neonato Moment. Nonostante la dipartita, Martin e Niklas lavorano lo stesso per la band: il primo a livello organizzativo mentre il secondo ha in mano tutto l’universo grafico/visivo e, anche in questo frangente, il risultato è bellissimo e di grande impatto.

Rispetto all’ascolto in anteprima (clicca qui per rileggere l’articolo) l’entusiasmo non è scemato; Moment è un buonissimo album che ha dalla sua canzoni ottime e anche qualche potenziale classico. Il sound dei Dark Tranquillity si è da un lato appesantito grazie al lavoro magistrale di Cristopher e Johan; le trame chitarristiche sono diventate più complesse, d’impatto e fanno la parte del mattatore assieme a un Mikael Stanne in forma smagliante. Da vecchia volpe non sbaglia mai una linea vocale, che sia growl o clean, è perfettamente a suo agio in ogni partitura e, anche quando sembra che ci si stia perdendo, riesce sempre a tirare fuori dal cilindro qualcosa che riporti l’attenzione sui giusti binari.

Martin Brändström ormai è un marchio di fabbrica inconfondibile e si amalgama alla perfezione con le chitarre, completando un tessuto emozionale che rende Moment un disco in questo frangente riuscitissimo. Quello che non funziona fino in fondo, invece, è la sezione ritmica. Anders Jivarp non è mai stato un batterista potente e qui fa ancora meno del solito: Moment è un disco composto da dodici mid tempo, lasciate quindi ogni speranza di ascoltare brani veloci o in 2/4 perché non ne troverete mezzo! Oltretutto tutte, ma proprio tutte le accelerazioni del disco offrono sempre lo stesso tempo in battere e alla fine della fiera non se ne può davvero più.

Detto questo, a livello intimo ed emotivo Moment è tanta roba e mette su disco ottico tutta la malinconia, le incertezze e la precarietà del momento storico che stiamo vivendo. Brani come Failstate, Transient o Identical To None avranno sicuramente un posto fisso in scaletta; speriamo di poterli ascoltare presto da sotto un palco. Bellissimo il package che offre Century Media con un disco bonus che, oltre a contenere due brani in più, è anche una piccola opera d’arte.

Il dodicesimo album dei Dark Tranquillity è quindi un successo; ogni dubbio sulla nuova formazione è presto spazzato via da brani solidi, emozionanti, e che scorrono in maniera piacevole e mai banale. Peccato solo per il poco impatto generale; con un minimo di sporcizia, dinamica e rabbia in più a livello ritmico sarebbe stato clamoroso.

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