Recensione: Monolithic Baby
Il mostro magnetico è tornato a ruggire. Dopo una serie di vicissitudini che hanno visto la formazione di Dave Wyndorf rivoluzionarsi per metà del suo organico (infatti non sono più della partita il bassista Joe Calandra e il batterista Jon Kleiman), e dopo l’uscita del precedente fin troppo laccato e introspettivo “God Says No“, non erano in molti ad aspettarsi un ritorno in così grande stile della storica band “stoner”. Invece “Monolithic Baby” è un capitolo notevolmente riuscito, in grado di risollevare le quotazioni della band nell’inflazionato mercato “Rock/Stoner”, regalando sonore mazzate sui denti ai fortunati acquirenti. Degno successore di quel “Powertrip” che entusiasmò a suo tempo critica e pubblico, “Monolithic Baby” suona potente e deciso grazie ad un songwriting efficace, regalando ai brani la capacità di rimanere impressi nella testa fin dal loro primo ascolto. Non credo sia possibile rimanere impassibili di fronte all’incedere di veri e propri schiacciasassi come l’opener “Slut Machine”, la successiva “Supercruel” (Dal refrain killer!!!), il singolo “Unbroken (Hotel baby)” (Anche qui sarà dura da dimenticare il ritornello!!!). Senza poi parlare di alcune tracce che pur rimanendo “semplici” nella loro costruzione risultano essere per nulla scontate e molto affascinanti, come la semiacustica “Over the Sludge” (Una delle mie preferite!), dove inizialmente sembra di sentir cantare il vecchio “iguana”, per esplodere nel finale in un crescendo che sembra non trovare mai la sua fine. Oppure nella trascinante “Master of Light” capace di entusiasmare con una strofa dall’incedere deciso alternata ad un refrain REALMENTE killer (Forse il migliore del disco!!), regalandoci quella che per me è la migliore traccia del lotto, facendoci immaginare gli Hawkind prodotti dai Nine Inch Nails(???). La title track (o quasi) ha il solo difetto nel finale in “fade out” che personalmente trovo vada a rovinare un brano altresì tra i più convincenti ed esaltanti. “Radiation Day” invece ribadisce (se mai fosse necessario) che anche (e soprattutto!) i Monster Magnet possono ambire allo scettro di re dello stoner. Tra i “solchi” di questo cd trovano spazio due cover. La prima è una rilettura di “The Right Stuff” di Captain Lockheed and The Starfighters, dei quali ignoravo l’esistenza, e “There`s No Way Out of Here” di David Gilmoure (del quale invece NON posso ignorare l’esistenza). La prima di queste tracce suona molto potente e coinvolgente, la seconda invece perde il confronto con l’originale in virtù, forse, dello stile “sporco” con il quale viene proposta. La componente psichedelica che ha sempre caratterizzato il suono della band, si rifà viva in alcuni momenti, soprattutto nel finale del disco (“Too Bad”, “CNN War Theme”), nel quale troviamo anche un’ultima mazzata sonica in puro “stoner style” (“Ultimate Everything”). I nuovi entrati (Jim Baglino – basso, Bob Pantella – batteria) non fanno assolutamente rimpiangere i loro predecessori. Risultando perfettamente coesi e integrati con la band. La produzione risulta essere più grezza, attenta a rendere la giusta potenza ai notevoli riff presenti, senza per questo far risultare il suono complessivo un amalgama impastato senza forma. Non credo di sbagliare nel consigliare a chiunque un ascolto di questo disco, capace di divertire esaltando l’ascoltatore. E poi diciamocelo, un po’ di sano Rock NON ha mai fatto male a nessuno, anzi…
Tracklist:
- Slut Machine
- Supercruel
- On the Verge
- Unbroken (Hotel Baby)
- Radiation Day
- Monolithic
- The Right Stuff
- There’s No Way Out of Here
- Master of Light
- Too Bad
- Ultimate Everything
- CNN War Theme